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Sanità: Demoskopika, Trentino regione più sana e Calabria ultima

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Cosenza, 29 dic. (Adnkronos Salute) – Trentino, Lombardia e Lazio sul podio. Tra le influenzate Veneto, Friuli, Toscana e Marche. Calabria ultima. È quanto emerge dall’Ips, l’Indice di performance sanitaria realizzato dall’istituto Demoskopika che ha osservato sette grandezze: soddisfazione sui servizi sanitari, mobilità attiva, mobilità passiva, liste d’attesa, spesa sanitaria, spese catastrofiche e famiglie impoverite a causa di spese sanitarie.
Il quadro mostra sette realtà regionali “sane”, cinque “influenzate” e otto “malate”. In testa alla classifica, con il più alto indice di performance, si collocano il Trentino Alto Adige (462,2 punti), seguito dalla Lombardia (445,1 punti) e dal Lazio (443,1 punti). In coda si posizionano la Calabria (197,8 punti) preceduta dalla Puglia (233,6 punti) e dalla Sicilia (242,2 punti).
Le migliori performance al nord con cinque regioni, due per il centro. Sul versante opposto, i peggiori piazzamenti si registrano nell’intero Mezzogiorno. La più “sana” e la più “malata” sono rispettivamente Trentino Alto Adige e Calabria. Sui risultati hanno pesato in chiave positiva per il Trentino Alto Adige i due primi posti ottenuti nelle classifiche parziali della soddisfazione dei servizi sanitari e della rinuncia a curarsi a causa delle lunghe liste d’attesa.
In tutt’altra direzione la performance della Calabria, il cui primato negativo della regione più malata è determinato da tre ultimi posti: rinuncia a curarsi per le lunghe liste d’attesa, famiglie impoverite a causa delle spese sanitarie out of pocket (farmaci, case di cura, visite specialistiche, cure odontoiatriche, etc.) e quota di famiglie soggette a spese sanitarie out of pocket catastrofiche, ovvero a spese che superano la disponibilità al netto delle spese di sussistenza.
Nel 2013, in Calabria oltre 50mila famiglie sono state costrette ad affrontare spese socio-sanitarie catastrofiche, pari al 6,3% delle famiglie residenti a fronte di una media italiana del 3,2%. Inoltre, sono stati circa 15mila i nuclei familiari che sono piombati al di sotto della soglia di povertà a causa delle spese sanitarie out of pocket.
Infine, sono stati 227mila i calabresi che hanno rinunciato a curarsi: 170mila per motivi economici, 37mila a causa delle lunghe liste d’attesa per l’accesso alle prestazioni, 6mila per l’impossibilità di assentarsi dal lavoro, 4mila per paura delle cure, 6mila in attesa di risoluzione spontanea del problema e 4mila per altri motivi.