Home Nazionale Sanità: Lorenzin, mutilazioni genitali femminili barbarie inaccettabili

Sanità: Lorenzin, mutilazioni genitali femminili barbarie inaccettabili

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Roma, 6 feb. (AdnKronos Salute) – “La legge italiana è chiara, abbiamo lottato per i diritti umani e non possiamo accettare che sul nostro territorio avvengano pratiche barbariche che negano i diritti delle donne”. A evidenziarlo il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, intervenendo a Roma a un convegno sulle mutilazioni genitali femminili, organizzato dall’Istituto mediterraneo di ematologia (Ime).
Secondo l’ultimo rapporto Oms 2014, sarebbero tra i 140 e i 150 milioni le bambine e le donne sottoposte a qualche forma di mutilazione genitale femminile, in gran parte concentrate in 29 Paesi. Nei prossimi 10 anni saranno 30 milioni, invece, quelle che rischiano di subire un’infibulazione. Secondo il Parlamento europeo il numero di donne provenienti da Paesi con questa tradizione già sottoposte a mutilazione genitale si aggira attorno al mezzo milione, mentre sarebbero 180.000 le bambine a rischio nel nostro continente. Per quanto riguarda l’Italia, le statistiche più recenti indicano in circa 39.000 le ragazze sottoposte a una qualche forma di mutilazione nei loro Paesi di origine.
“Non basta dire che questa pratica è proibita – ha aggiunto Lorenzin – ma bisogna entrare in questi mondi per far capire a uomini e donne che si tratta di atti pericolosissimi per la salute. All’interno dell’Organizzazione mondiale della sanità ci stiamo impegnando contro pratiche che stanno riemergendo e che sono presenti dunque non solo nelle zone ‘endemiche’. Non possiamo permettere un passo indietro così forte per l’emancipazione femminile e dobbiamo impegnarci per difendere anche diritti civili elementari, come quello all’istruzione. Il 53% della popolazione mondiale è composto da donne e le mutilazioni genitali sono solo la punta di un iceberg e c’è un lavoro enorme da fare. Nel nostro Paese ci sono poligamie nascoste, donne segregate, bambine che non possono fare sport. Quando ogni bambino che nasce qui da noi ha gli stessi diritti di un bimbo italiano”.