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Sanità: Oms, 1,25 mln morti per incidenti stradali l’anno

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Roma, 19 ott. (AdnKronos Salute) – Nonostante i miglioramenti nella sicurezza stradale, circa 1,25 milioni di persone muoiono ogni anno a causa degli incidenti, secondo il rapporto 2015 dell’Organizzazione mondiale della sanità. Tuttavia, rileva l’Oms, il numero di morti per incidenti stradali si sta stabilizzando, anche se aumenta rapidamente quello di veicoli a motore in tutto il mondo, così come la popolazione mondiale.
Negli ultimi 3 anni, 79 Paesi hanno visto una diminuzione del numero assoluto di incidenti mortali, mentre in 68 Paesi c’è stato un aumento. L’Oms segnala inoltre che i motociclisti sono particolarmente vulnerabili, e costituiscono il 23% di tutti i decessi su strada.
Il rapporto Oms sottolinea che pedoni, ciclisti, motociclisti e automobilisti di tutto il mondo sono ancora oggi protetti in maniera eterogenea. Il rischio di morire in un incidente stradale dipende ancora, in gran parte, dal luogo in cui si vive e da come ci si muove. Un grande divario separa ancora oggi i Paesi ad alto reddito da quelli a basso e medio reddito, dove si verifica il 90% delle morti per incidenti stradali, pur avendo solo il 54% dei veicoli di tutto il mondo. L’Europa, in particolare i paesi più ricchi della regione, ha il tasso di mortalità più basso pro capite; l’Africa il più alto.
“Le vittime del traffico stradale rappresentano un tributo inaccettabile, in particolare nei Paesi poveri – afferma Margaret Chan, direttore generale dell’Oms – Gli Stati che hanno avuto più successo nel ridurre il numero di morti per incidenti stradali hanno raggiunto questo obiettivo migliorando la legislazione, la sua applicazione e rendendo le strade e i veicoli più sicuri. Ci stiamo muovendo nella giusta direzione: il rapporto mostra che le strategie per la sicurezza stradale stanno salvando vite umane. Ma ci dice anche che il ritmo del cambiamento è troppo lento”.
Sempre più Paesi stanno prendendo misure ad hoc per rendere le strade più sicure. Negli ultimi tre anni, 17 Stati hanno allineato almeno una delle loro leggi con le migliori pratiche su cinture di sicurezza, guida in stato di ebbrezza, velocità, uso del casco o trasporto dei bambini.
Il rapporto rivela che a livello globale 105 Paesi hanno buone leggi sulle cinture di sicurezza, che si applicano cioè a tutti gli occupanti del veicolo; 47 Paesi hanno leggi che definiscono un buon limite di velocità nazionale urbano, a 50 km/h, e che autorizzano le autorità locali a ridurlo ulteriormente. E ancora, 34 Paesi hanno una buona normativa sul bere alla guida, con un limite di concentrazione di alcol nel sangue inferiore o uguale a 0,05g/dl, e di 0,02 g/dl per i conducenti giovani e inesperti. Infine, l’Oms evidenzia che, dopo i motociclisti, pedoni e ciclisti sono i gruppi con il livello minimo di protezione e costituiscono il 22% e il 4% dei decessi a livello mondiale.