Home Nazionale Sanità: poca formazione Ecm per farmacisti, ma l’Ordine contesta i dati

Sanità: poca formazione Ecm per farmacisti, ma l’Ordine contesta i dati

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Roma, 21 mag. (AdnKronos Salute) – Poco e ‘misterioso’. L’aggiornamento professionale Ecm dei farmacisti non decolla ed è un puzzle difficile da comporre. Manca infatti una fotografia chiara e indiscussa su quanto e come si formano questi professionisti. Nel triennio 2011-20113 i farmacisti che hanno seguito corsi certificati si attestano appena al 37%, con una media 135,6 crediti acquisiti contro i 150 obbligatori, secondo i dati ufficiali raccolti dal Consorzio gestione anagrafica professioni sanitarie (Cogeaps), l’organismo che riunisce gli Ordini nazionali e i Collegi e le associazioni dei professionisti della salute che partecipano al programma di Educazione continua in medicina. Ma si tratterebbe di numeri ‘bugiardi’, secondo la Federazione degli Ordini dei farmacisti (Fofi).
Le cifre non coincidono, secondo la Federazione, con la realtà e sarebbero frutto dei limiti dello stesso sistema di raccolta e degli ‘scossoni’ dei 14 anni di sperimentazione, un lungo percorso in cui il sistema è stato mano a mano aggiustato. Ma nonostante le difficoltà a comporre un quadro preciso di quanto e come si aggiornano gli oltre 82 mila farmacisti italiani, di cui il 60% donne, emergono – soprattutto dalle esperienze degli Ordini provinciali – alcuni tratti caratteristici del rapporto della categoria con la formazione Ecm. “Ad aggiornarsi di più sono i giovani – spiega all’Adnkronos Salute Felice Ribaldone, referente Ecm della Fofi – questo perché i più anziani spesso si sentono arrivati, considerano la propria esperienza importante e fanno fatica a mettere la veste del discente”.
Le più attente all’aggiornamento sono le donne. Mentre “resta uno zoccolo duro del 15% di professionisti che non vogliono aggiornarsi, che non accettano alcun sistema di regolamentazione della formazione continua”. Per quanto riguarda gli argomenti più gettonati, la classifica, mutuata da indagini sul territorio, vede al primo posto “i problemi legati all’alimentazione – continua Ribaldone – ma si fa molta formazione sull’omeopatia, settore che ha avuto uno sviluppo importante e su cui ci sono molte richieste. A Genova, ad esempio, sono stati fatti, nel tempo, corsi di I e II livello e si sono previsti limiti di iscrizione perché la domanda era notevole”.
Al terzo posto, infine, “le problematiche di carattere ginecologico. Un dato che inizialmente ci ha sorpresi, ma considerando la larga platea dell’utenza femminile delle farmacie e il fatto che è donna il 60% dei farmacisti è evidente l’interesse incrociato”.
Per quanto riguarda infine le modalità di aggiornamento “la formazione a distanza è la più apprezzata. I farmacisti, per gli orari di lavoro e per altri motivi, utilizzano molto questa forma. Ho ricevuto personalmente messaggi di ringraziamento per i corsi a distanza organizzati dalla Fofi”, conclude Ribaldone secondo cui è necessario arrivare al più presto, nel sistema Ecm, a un fascicolo formativo individuale, già previsto, con una giusta personalizzazione dell’aggiornamento.