Home Attualità Simoncini: su cpi Regioni pronte a loro parte ma 70 mln sono pochi

Simoncini: su cpi Regioni pronte a loro parte ma 70 mln sono pochi

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Roma, 17 lug. (Labitalia) – Non bastano alle Regioni i 70 milioni previsti dal decreto legge sugli enti territoriali (78/2015) per finanziare i centri per l’impiego (Cpi). Le Regioni “sono pronte a fare la loro parte implementando le risorse con fondi Por Fse, ma occorre che il governo aggiunga almeno altri 60 milioni, considerando che il solo costo del personale dei cpi (finora a carico delle Province, ndr) ammonta a circa 215 mln di euro”. Lo spiega a Labitalia Gianfranco Simoncini, consigliere per il lavoro di Enrico Rossi, presidente della Toscana, la regione che ha il coordinamento delle altre Regioni sulle materie che riguardano le politiche per l’occupazione.
Le Regioni, tramite il presidente della Conferenza dei presidenti, Sergio Chiamparino (che ha auspicato “un’intesa forte con il governo”), hanno chiesto che la questione sia anche affrontata a Palazzo Chigi. “Il problema -spiega Simoncini- non riguarda più solo il ministero del Lavoro, cui bisogna riconoscere lo sforzo notevole fatto per reperire queste risorse ‘tampone’ per il 2015. Ma il problema dei soldi tolti alle Province è un problema trasversale”.
Oltre ad aumentare le risorse, c’è anche bisogno di un’altra modifica al dl 78/15. “Il testo così com’è -dice Simoncini- prevede che i trasferimenti statali anticipati alle Regioni per il 2015 possano essere tolti o ridotti se non si stipula la convenzione con il ministero del Lavoro entro il 30 settembre. Noi chiediamo invece la modifica di questo comma, con un testo che dica che questi soldi possono essere tolti alle Regioni solo se non vengono usati per pagare i dipendenti dei Cpi”.
“Siamo disponibili, nell’ottica di una leale collaborazione istituzionale, a farci carico di una parte delle risorse per il personale dei cpi, ma deve anche essere chiaro -prosegue il consigliere di Rossi- che il personale passa alle Regioni, cosa che il decreto non specifica”.
E sull’operatività dei circa 550 centri per l’impiego sparsi in tutta Italia pesa anche un’altra incognita. “E’ quella sul rinnovo dei contratti del personale a tempo determinato -avvisa Simoncini- perché molti enti locali hanno sforato il Patto di stabilità e dunque non possono assumere personale a termine. In Toscana è il caso di Pistoia e Massa Carrara, ma sono decine le realtà in queste condizioni. E, senza questo personale, molti centri per l’impiego a settembre potrebbero non aprire”.
Per questi motivi, spiega Simoncini, che è stato assessore in Toscana per due consiliature, “abbiamo chiesto una settimana di tempo: per l’emendamento al dl 78, per trovare un’intesa in Conferenza Stato-Regioni e per trovare un’intesa politica forte che, nelle more della riforma dell’assetto amministrativo, definisca un percorso certo sui centri per l’impiego e sulle politiche del lavoro”.
Sul piatto, infatti, c’è la delicata questione delle competenze sulle politiche del lavoro e del rapporto con la futura Anpal, l’agenzia per l’occupazione prevista dal Jobs Act.
“Va bene l’Agenzia -spiega Simoncini- ma con un sistema di strutture regionali, di agenzie regionali, che sono quelle che gestiscono le risorse e gli strumenti attribuiti a livello centrale. All’Anpal spetteranno scelte macroeconomiche e ripartizioni, alle agenzie regionali l’attuazione delle politiche sul territorio”.