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Tanti: «Governo Renzi, dalle scuole “belle” alle scuole “fredde”. E il PD tace».

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Tanti: «Governo Renzi, dalle scuole “belle” alle scuole “fredde”. E il PD tace».
Lucia Tanti

«Era il luglio dello scorso anno quando il Presidente del Consiglio Renzi annunciò la sua ennesima rivoluzione in materia di scuola, stavolta la “rivoluzione copernicana” riguardava l’edilizia scolastica indicando tre grandi linee di finanziamento: scuole “belle”, scuole “nuove”, scuole “sicure”. Oggi, a sei mesi da quell’annuncio, l’unica cosa certa è che le scuole sono “fredde”. Domanda: ma i tanti Sindaci renziani del nostro territorio nemmeno stavolta hanno qualcosa da dire? Non ebbero nulla da dire quando emerse con chiarezza che dalla ripartizione dei finanziamenti alle regioni, la Toscana era tra le più “povere”: solo 14,3 milioni di euro a fronte dei 20 milioni della Basilicata, dei 31,4 milioni dell’Emilia-Romagna, dei 27,8 milioni del Friuli Venezia Giulia, dei 65 milioni del Veneto, degli 84 milioni del Piemonte, sino ai 91 milioni per la Sicilia, ai 107 milioni della Puglia, ai 160,6 milioni per la Lombardia, ai 183 milioni per la Campania.

La Toscana fanalino di coda tra le Regioni e la Provincia di Arezzo ultima tra le Province del sud della Toscana. Silenzio però anche oggi quando di quei milioni di euro poco si sa tanto che il Governo si è affidato al solito Osservatorio, ma in cambio delle altisonanti promesse molte scuole fanno i salti mortali per garantire il minimo sindacale: cioè i termosifoni accesi. Alcune poi nemmeno ci riescono e così – basta andare in Valdarno – i ragazzi e gli insegnanti sono costretti a manifestare il loro disagio. Giustamente. Da chi dipende? Dai Comuni? No, perché per gli oneri di funzionamento per le scuole superiori ancora ci pensa la Provincia. Dipende allora dalla Provincia? Ma come fa un ente alla canna del gas a garantire quando ormai l’unica cosa da fare sarebbe chiudere i battenti consegnando le chiavi al Prefetto? Allora da chi dipende? Dal Governo che con la riforma idiota delle province non si è posta, tra gli altri, nemmeno questo problema: chi paga il riscaldamento? O meglio: ci sono i soldi per riscaldare le aule? Quindi a sei mesi dalla rivoluzione copernicana, le scuole in Italia non saranno né più “belle”, né più “nuove”, né tanto meno più “sicure” però sono di certo più “fredde”. Grazie a Renzi che vive di annunci,  ma soprattutto al PD che non disturba mai il “padroncino” nemmeno quando a rimetterci è la scuola pubblica che una volta, almeno a parole, era una delle cose più importanti per il Partito democratico».

Lucia Tanti Vicepresidente  provinciale FI Arezzo –  Responsabile regionale settore Istruzione