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Taxi: Altroconsumo, a fianco di Uber in Tribunale

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Roma, 8 giu. (AdnKronos) – Altroconsumo interviene a fianco di UberPop nel reclamo contro l’ordinanza del Tribunale che blocca il servizio di trasporto privato attualmente attivo a Genova, Milano, Padova, Torino. L’organizzazione di consumatori ha depositato l’atto proprio oggi davanti al giudice a Milano. Per Altroconsumo, “i nuovi servizi devono poter trovare nuove strade, non muri. L’ordinanza invece è contraria agli interessi dei consumatori poiché interpreta in maniera stringente, conservativa e protezionistica la norma attualmente in vigore, obsoleta in relazione al servizio di trasporto privato offerto da UberPop”.
“Di segno opposto il parere dell’Authority dei Trasporti, invece, che propone un’interpretazione più aperta – sottolinea Altroconsumo – nel recente Atto di segnalazione sull’autotrasporto di persone non di linea, dove evidenzia come le ‘nuove forme di mobilità che si svolgono grazie ad applicazioni web che utilizzano piattaforme tecnologiche per l’interconnessione dei passeggeri e dei conducenti’ siano complementari e non confondibili con i taxi tradizionali e propone l’aggiornamento delle normative per favorire le nuova forme di mobilità”.
Per Altroconsumo, “è altrettanto evidente: il servizio UberPop non può essere considerato tout-court un normale servizio di taxi per come concepito e descritto nella regolamentazione attuale. Grazie anche all’utilizzo innovativo delle nuove tecnologie, l’offerta è diversa, non direttamente sovrapponibile a quella esistente, a prezzi competitivi, di fatto raccogliendo sacche di utenza nuove. Impedirne l’esercizio è contrario agli interessi dei consumatori e allo sviluppo efficiente e innovativo del mercato”. Inoltre, “nel compiere questo atto giuridico e simbolico insieme, Altroconsumo sollecita il Governo a emanare al più presto uno sharing economy act che guardi al futuro e dia risposte alla nuova domanda dell’utenza in tutti i settori coinvolti dal cambiamento delle regole del mercato” e sollecita gli operatori della sharing economy, come Uber, “a formulare codici di autodisciplina attraverso i quali applicare standard di sicurezza, efficienza e adeguata tutela dei consumatori a questi nuovi modelli di business”.