Home Nazionale Tempo di “horticultural tourism” e il nostro Paese vanta 122 Grandi Giardini Italiani

Tempo di “horticultural tourism” e il nostro Paese vanta 122 Grandi Giardini Italiani

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Roma, 5 feb. – (AdnKronos) – Si chiama “horticultural tourism” ed è un settore in crescita che vede protagonisti i giardini all’italiana. Un trend che, nel 2014, ha registrato oltre 8 milioni di visitatori solo nei giardini della rete Grandi Giardini Italiani, fondata nel 1997 da Judith Wade, con una grande affluenza di turisti dall’area tedesca (Germania, Austria, Svizzera) e dal Nord Europa (Olanda, Danimarca, Svezia) ma anche un aumento dei visitatori inglesi, francesi, russi, cinesi, statunitensi e australiani.
Del network Grandi Giardini Italiani fanno parte 122 giardini, in 12 regioni, che nel 2014 nei Grandi Giardini Italiani hanno ospitato oltre 700 eventi (tra gli appuntamenti c’è anche la Caccia la tesoro Botanico). La rete si amplia quest’anno con l’ingresso di sei nuovi giardini: l’Oasi Zegna a Trivero, il labirinto monumentale ideato e voluto da Franco Maria Ricci e dalla moglie Laura Casalis a Fontanellato, la Collezione Rossini di Briosco, il parco del Castello di Miradolo a San Secondo di Pinerolo e i Giardini Vaticani e le Ville Pontificie di Castel Gandolfo.
Tutti i nuovi giardini aderiscono al progetto “100 Giardini per Expo 2015”: itinerario progettato da Grandi Giardini Italiani in occasione di Expo Milano 2015, che guiderà i visitatori alla scoperta dei più bei giardini visitabili d’Italia e Canton Ticino con orti, vigneti e frutteti.
Ed ecco nello specifico i giardini appena entrati nella rete. L’Oasi Zegna, nata nel 1993 come progetto di valorizzazione ambientale su un’ampia area montana nelle Alpi Biellesi (100 kmq), oggi è diventata un toponimo. Attraversata dalla strada statale Panoramica Zegna, costruita da Ermenegildo Zegna a partire dal 1938, l’area è caratterizzata da un paesaggio di conifere, rododendri e ortensie blu. Qui si trova la Conca dei Rododendri e il Bosco del Sorriso, sentiero dedicato ai benefici bioenergetici delle piante sull’organismo.
Nasce grazie all’editore Franco Maria Ricci e alla moglie Laura Casalis il labirinto monumentale di Fontanellato la cui pianta a stella si estende su sette ettari, con migliaia di bambù di specie diverse. Ispirato alla forma classica dei labirinti romani, a quattro campi interconnessi che si sviluppano intorno a un quadrato centrale, introduce biforcazioni, bivi e vicoli ciechi. La Fondazione Franco Maria Ricci, proprietaria del Labirinto, promuove in particolare l’attività di carattere botanico, specializzata nel bambù.
Il Castello di Miradolo è circondato da un parco di oltre sei ettari, iniziato nel Settecento e ampliato nel corso dell’Ottocento. Ispirato al giardino informale inglese, ha una forma vagamente ovale con anse di rigogliosa vegetazione di gusto romantico che si affacciano su una grande radura centrale. Da non perdere gli altissimi tassodi, il viale di tigli, le siepi di bosso, il grande bosco di bambù, l’antico cedro del Libano e lo storico ginkgo biloba.
La collezione Rossini è un vero e proprio parco di sculture open air, tra le colline della Brianza, realizzate da artisti come Rambelli, Minguzzi, Negri, Milani, Mirko, Pomodoro, Melotti e Turcato, Cascella, Consagra e César, Stähler, Dietman e Levolella.
Con un’estensione di circa 30 ettari sui 44 che compongono la superficie complessiva dello Stato della Città del Vaticano, l’impianto dei Giardini Vaticani risale alla seconda metà del 1200, quando papa Niccolò III Orsini, gran conoscitore di piante medicinali, fece realizzare un viridarium novum sul Colle Vaticano. Ancora oggi, si presentano come una sorta di hortus conclusus, in gran parte delimitati dalle mura.
Rappresentano il più antico impianto botanico d’Italia dove convivono piante mediterranee e fiori esotici di ogni specie, arrivati dai vari continenti; tra i prati, le siepi di bosso e gli alberi secolari nel tempo si è sviluppato un percorso devozionale dedicato alla Vergine Maria.
Estendendosi per 55 ettari su una lingua di terra che dal cuore della cittadina di Castel Gandolfo si protrae sino ad Albano, le Ville Pontificie sono “zona extraterritoriale” dello Stato della Città del Vaticano.
Sono il risultato dell’unione di diverse proprietà: al seicentesco Giardino del Moro, direttamente collegato al Palazzo Apostolico, nel 1773 è stata annessa Villa Cybo; Villa Barberini, costruita nel 1631, è pervenuta in forza del Trattato Lateranense del 1929.
Un percorso si snoda nel contesto naturalistico e archeologico, dal Giardino della Magnolia fino alle terrazze panoramiche del Giardino del Belvedere, passando tra le rovine del Teatro e i resti del Criptoportico imperiale.