Roma, 19 mar. (AdnKronos) – “L’emendamento 2.100 lettera A comma 1 ter che il governo sta proponendo per il decreto legge sull’antiterrorismo disegna uno scenario da incubo. Estendere la disciplina delle intercettazioni preventive in materia di reati gravi come terrorismo e mafia alla necessità di acquisire notizie di reato in materia di fatti commessi attraverso strumenti informatici significa che la legge legittima il governo a controllare come e quando vuole, senza presupposti, le comunicazioni di tutti noi”. Per i membri M5S della commissione Giustizia, si tratta di “un vero e proprio attacco alle libertà costituzionali”.
“Tutto questo – sostengono – accade senza che alla base dell’attività ci sia la commissione di un reato. Un controllo preventivo su tutte le comunicazioni allargato che configura scenari da romanzo Orwelliano 1984. Questo in un Paese democratico, e speriamo ancora libero, è inaccettabile”.
“Ovviamente siamo per un dura e continua lotta al terrorismo unitamente alla criminalità organizzata – premettono i 5 Stelle – ma avere campo libero sulla privacy dei cittadini italiani è assurdo. Le intercettazioni devono essere usate quando c’è un fondamento per impiegarle. Non si deve fare leva sulla paura per varare leggi liberticide, il terrorismo si combatte anche e soprattutto ribadendo le conquiste democratiche di un Paese. Privarcene non sarebbe altro che ammettere una dura sconfitta”.