(Adnkronos) –
In particolare l’indagine della Digos di Milano, iniziata nel giugno 2011 e durata circa sette mesi, ha permesso di ricostruire i movimenti del gruppo, capace secondo l’accusa, di agire sul territorio e di colpire non solo a Cologno Monzese, dove sarebbe avvenuto l’episodio più grave con l’assalto al bar Millenium, ma anche in altri comuni lombardi (Parabiago, Brugherio e Busto Garolfo) nei confronti di gruppi ritenuti vicini ad Assad. Non solo: alcuni degli indagati sarebbero stati tra i protagonisti della manifestazione a Roma davanti all’ambasciata.
Sono due i fronti su cui si muove l’indagine: da una parte gli episodi di violenza nei confronti di alcuni connazionali ritenuti vicini al regime, in un momento storico in cui l’esercito libero siriano cerca di contrastarlo, prima che in Siria inizia a farsi largo lo Stato islamico. È la sera del 16 luglio 2011 quando avviene la distruzione del bar a Cologno Monzese e il ferimento dei due titolari ritenuti vicino al regime, un’azione messa a segno con bastoni e spranghe da più persone.
Nel fascicolo, in cui sono confluite denunce delle vittime, interrogatori e anche un video che mostra un’esecuzione con tanto di propaganda alla lotta armata, si sottolinea come alcuni di questi siriani – due delle sei persone accusate di terrorismo – presenti in Italia siano poi tornati in patria per schierarsi nelle file dell’esercito libero siriano contro il regime. Un ‘passaggio’ avvenuto portando con sè anche alcune attrezzature, come visori notturni o strumenti di precisioni del tutto legali. I reati contesati nell’inchiesta del procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e dei pm Alessandro Gobbis e Adriano Scudieri sono, a vario titolo, violenza e lesioni aggravate, danneggiamento aggravato, minacce e violenza privata.