Home Attualità Tra crisi e reperibilità italiani ‘al caldo’ con legna e pellet

Tra crisi e reperibilità italiani ‘al caldo’ con legna e pellet

0

Arezzo, 12 feb. (Labitalia) – Risparmio, reperibilità e indipendenza energetica. Questi i motivi principali che spingono gli italiani a scaldarsi con la legna e il pellet. E’ quanto emerge da un’indagine resa nota in vista di ‘Italia Legno Energia’, che si svolgerà alla Fiera di Arezzo da domani, 13 febbraio, a domenica 15.
Con circa 10 milioni di sistemi di riscaldamento installati, legna, pellet e cippato hanno in Italia un ruolo di primo piano per il riscaldamento degli ambienti. In particolare, tra stufe, inserti per camini e caldaie a pellet ci sono circa 2 milioni di apparecchi installati.
“Sono più di 20 milioni -si legge- le tonnellate di legna da ardere consumate e gli italiani in tempi di crisi riscoprono il caminetto e la stufa come un’alternativa sempre più gettonata per risparmiare sui costi del riscaldamento visto il risparmio tra il 20 e il 50% che si ottiene rispetto ai combustibili tradizionali. In un momento difficile per l’economia, in generale, e per le famiglie nello specifico, il fattore prezzo incide molto sulla scelta del combustibile. La biomassa si colloca, per quanto riguarda il costo al chilowattora, decisamente nella fascia bassa di prezzi e non teme il confronto con altri combustibili ritenuti più pregiati”.
“Il mercato, dopo alcuni momenti di instabilità negli anni passati -continua- soprattutto per quanto riguarda il pellet, sembra essersi stabilizzato sia nei quantitativi di produzione che nei prezzi. Tranne possibili eccezioni locali, la produzione di pellet ha raggiunto livelli adeguati alla richiesta. Un’incognita potrebbe essere dovuta a massicce quantità di nuove installazioni di generatori di calore che potrebbero comportare una domanda temporaneamente eccessiva”.
“La biomassa non è legata -spiega- a giacimenti puntuali, ma è facilmente reperibile in quanto molto diffusa sul territorio. Quota di energia rinnovabile elevata Le leggi italiane, pur non riconoscendo la biomassa come fonte rinnovabile al 100%, ne riconoscono una percentuale molto elevata e pari al 70%. Tale quota permette agli impianti alimentati da biomassa di soddisfare i limiti di energia rinnovabile imposti dalle leggi italiane”.
“Le foreste in Italia oggi occupano -continua la nota- quasi 11 milioni di ettari, poco meno di un terzo della totalità del territorio nazionale, e la superficie boscata cresce ogni anno al ritmo di migliaia di ettari. Anche il volume dei boschi nazionali cresce: mediamente di 32 milioni di metri cubi di legno all’anno, dei quali, sempre in media, ne vengono prelevati poco meno di 8 milioni di metri cubi. Il capitale legnoso depositato nei boschi italiani, quindi, aumenta al ritmo annuale di circa 24 milioni di metri cubi. Senza contare che il legno da destinare alla produzione di calore può provenire anche dal cosiddetto fuori foresta, cioè dai campi: siepi e filari, tutta la vegetazione che cresce lungo i corsi d’acqua e a cui viene fatta periodicamente manutenzione, nonché le potature degli alberi da frutto, degli oliveti e dei vigneti”.