Home Attualità Tria: su valutazione dirigenti P.a. la questione è applicare leggi esistenti

Tria: su valutazione dirigenti P.a. la questione è applicare leggi esistenti

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Roma, 5 mar. (Labitalia) – “Ritengo che nel settore pubblico ci debba essere la possibilità di valutare come i dirigenti pubblici svolgono il loro mandato al fine dell’attribuzione degli incarichi, o in ogni caso una flessibilità, affinché gli obiettivi che sono stabiliti dai governi possano essere perseguiti. Ovviamente, occorre distinguere indirizzo politico e gestionale. Ma questo è un problema che va risolto sul piano non tanto legislativo, perché le leggi ci sono, quanto su quello pratico, del modo di operare”. E’ quanto afferma Giovanni Tria, presidente della Scuola nazionale dell’amministrazione, riferendosi alla riforma della P.a., in un’intervista a Labitalia, che sarà pubblicata in versione video sul portale dell’Adnkronos (www.adnkronos.com).
“Sono fiducioso che il modo per portare avanti in modo virtuoso questa operazione ci sia – assicura – perché la situazione dell’economia italiana è tale per cui una strada va trovata. Ma è un problema, più che di modifiche legislative, di applicazione delle leggi”.
“La direzione in cui va la riforma – ricorda – è quella di avere una dirigenza pubblica selezionata in modo meritocratico, continuamente aggiornata e che non si divida tra le varie amministrazioni: il dirigente pubblico, infatti, come dice il governo, deve essere il dirigente della Repubblica italiana, e quindi deve potersi muovere tra le amministrazioni non solo centrali ma anche regionali e locali”.
Uno scenario che rafforza, dunque, la missione della Scuola nazionale dell’amministrazione, come sottolinea il presidente: “E’ chiaro che la Scuola sarà implicata in questo processo proprio nella fase di selezione, come è sua tradizione”.
“La Scuola, infatti, ha due mandati: il primo – spiega – è quello della formazione continua della dirigenza pubblica, sul modello delle corporate university, che può essere condiviso con eccellenze universitarie; il secondo è proprio quello della selezione della dirigenza, quindi è strettamente connesso al metodo di reclutamento, al corso-concorso”.
E un ruolo importante viene svolto anche sul piano della prevenzione della corruzione sul territorio: “La legge anticorruzione affida alla Scuola – ricorda Tria – il compito di formare coloro che in tutte le pubbliche amministrazioni devono organizzare la prevenzione del rischio corruzione, quindi trasmettiamo modelli gestione del rischio applicabili in questo settore”.