Home Nazionale Tunisia, in arrivo mille agenti a tutela turisti. Padre attentatore: “Sconvolto, era un ragazzo normale”

Tunisia, in arrivo mille agenti a tutela turisti. Padre attentatore: “Sconvolto, era un ragazzo normale”

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Tunisi, 29 giu. (Adnkronos/Aki) – Mille uomini armati saranno dispiegati a partire da mercoledì primo luglio in Tunisia per garantire l’incolumità dei turisti. Lo ha promesso il ministero del Turismo di Tunisi in risposta alla strage compiuta venerdì da un attentatore in un resort di Sousse e costata la vita a 39 persone. La stessa polizia turistica verrà dotata, per prima volta in Tunisia, di armi.
Gli uomini armati entreranno in azione sulle spiagge, nei siti archeologici e nei luoghi turistici, ma anche ”dentro e fuori gli hotel”, si legge in un comunicato del ministero del Turismo. Il tentativo è quello di cercare di continuare ad attrarre visitatori stranieri in Tunisia nonostante l’attentato di venerdì scorso e quello del 18 marzo, quando un commando era entrato in azione nel Museo nazionale del Bardo a Tunisi uccidendo 21 turisti stranieri, tra cui quattro cittadini italiani, e una guardia della sicurezza tunisina.
“Sono sconvolto, non riesco a capire”, dice il padre del giovane tunisino autore dell’attacco. “Non riesco a capire – ha detto Hakim Rezgui a ITV News – sono sconvolto, non ho idea di chi possa averlo influenzato in questo modo, di chi possa avergli messo queste idee in testa”. “Era un ragazzo normale – ha aggiunto – Non so chi gli abbia fatto il lavaggio del cervello”. “Mio figlio ha posto fine alla sua vita, ai suoi studi, al suo futuro e ha messo fine anche alle nostre vite”, ha concluso l’uomo.
Il 23enne Seifeddine Rezgui è stato ucciso dalle forze di sicurezza tunisine dopo l’attacco. Originario di Gaafour, nella regione settentrionale di Siliana, studiava all’Università di Kairouan. Secondo le autorità tunisine, frequentava una moschea non autorizzata dal governo di Tunisi.
Abu Yahya al-Kairouani, questo il suo nome di battaglia, – riferisce il segretario generale dell’Unione tunisina della Conferenza per la riabilitazione degli studenti tunisini, Amani Sassi – era inoltre solito scandire slogan di incitamento alla violenza, all’estremismo e all’odio. Stava sempre in gruppo con altri cinque studenti, spiega Sassi, due dei quali sono partiti per compiere il jihad in Siria.