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Un brevetto Unisalento per salvare la pietra leccese

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Lecce, 11 mar. (Labitalia) – È firmata UniSalento l’invenzione che può salvare la pietra leccese: un protettivo ibrido organico/inorganico, nano strutturato e fotopolimerizzabile, trasparente, traspirante ed ecologico. La licenza d’uso del brevetto è stata già acquistata da un’azienda salentina che è pronta per la commercializzazione. Si chiama ‘Hybrid’ questo protettivo, studiato per le pietre porose e con ottime performance sulla pietra leccese.
Una storia di successo dalla ricerca all’industria, scritta dalle inventrici Mariaenrica Frigione, professoressa associata di Scienza e tecnologia dei materiali, la ricercatrice in Principi di ingegneria chimica Carola Esposito Corcione e la dottoranda del corso in Ingegneria dei materiali e delle strutture Raffaella Striani. Un’idea nata nei laboratori, sganciata da qualunque committenza o progetto finanziato, e ‘venduta’ sul mercato dalle stesse ricercatrici.
‘Materials and technologies for constructions and cultural heritage’, il gruppo di ricerca diretto da Mariaenrica Frigione, ha carattere fortemente interdisciplinare e vanta collaborazioni con prestigiosi atenei e Centri di ricerca internazionali. Da anni il gruppo svolge attività legate alla realizzazione o validazione di materiali, nano-materiali e tecniche innovative, in grado di rispondere alle molteplici e complesse esigenze nel campo dell’ingegneria civile/strutturale e del consolidamento, protezione e restauro dei beni culturali.
I materiali per i quali il gruppo propone soluzioni innovative di consolidamento o protezione sono di natura molto diversa: da quelli tradizionalmente utilizzati nelle costruzioni (calcestruzzo, mattoni, murature) al legno, dal vetro alla plastica. L’esigenza di proteggere e far durare negli anni la bellezza delle opere realizzate in pietra leccese ha incoraggiato il gruppo a sperimentare diversi prodotti fino a crearne uno nuovo, rivelatosi una soluzione originale ed efficace per la protezione della pietra locale.
“Sappiamo quanto le chiese del Salento soffrano del degrado della pietra, dovuto agli agenti atmosferici, ma anche – spiega Mariaenrica Frigione – quanta manutenzione necessitino le abitazioni costruite con questo materiale bello e fragile. Abbiamo pensato a un prodotto ibrido, cioè contenente una componente organica e una inorganica, la fase organica a base di resine metacriliche e quella inorganica formatasi mediante reazioni ‘sol-gel’ a partire da un precursore della silice”.
“Il prodotto è nano strutturato, cioè le sue componenti hanno dimensioni nanometriche – precisa – ovvero nell’ordine del milionesimo di millimetro, e questo permette a ‘Hybrid’ di non alterare la naturale cromia della pietra, e fotopolimerizzabile, ossia capace di indurirsi dopo l’applicazione in poche ore alla luce, anche solare”.
Di proprietà dell’Università del Salento, il brevetto è stato registrato grazie a un voucher finanziato dall’Arti – Agenzia regionale per la tecnologia e l’innovazione della Regione Puglia. Proprio grazie alla protezione del ritrovato, è stato possibile valorizzare economicamente il risultato della ricerca e commercializzarlo. La licenza d’uso del brevetto registrato è stata, infatti, acquistata nei mesi scorsi dall’azienda Dell’Anna Muia srl – Prodotti e soluzioni per l’edilizia, di Copertino (provincia di Lecce). Con lo stesso nome di ‘Hybrid’ il prodotto è stato presentato in commercio (linea ‘Copernico’), ed è attualmente in produzione.
“I prodotti in commercio – sottolinea Frigione – sono in genere ‘adattati’ da altre applicazioni, come per esempio nel caso di protettivi per superfici in calcestruzzo. Il nostro ‘Hybrid’ è invece pensato espressamente per pietre porose. Applicato in forma liquida, forma in poche ore un film solido, a differenza degli altri prodotti che impiegano settimane per indurire, e conferisce ‘idrofobicità’ alla pietra, cioè impedisce l’ingresso di acqua o di altre sostanze liquide, fattori che ne determinano il degrado”.
“Allo stesso tempo, ‘Hybrid’ permette alla pietra di ‘respirare’, cioè non impedisce la fuoriuscita di vapore acqueo eventualmente intrappolato e, poiché è trasparente, non altera l’aspetto superficiale della pietra dove è applicato. ‘Hybrid’ è inoltre ‘environmental friendly’: non contiene solventi e non è tossico né per l’uomo né per l’ambiente. Abbiamo confrontato le proprietà di Hybrid con quelle dei protettivi di alta qualità in commercio e le proprietà del protettivo sperimentale sono risultate sempre paragonabili, se non superiori, anche in termini di durabilità agli agenti atmosferici”, conclude.