New York, 24 lug. (AdnKronos) – A sette anni dall’elezione del primo presidente afroamericano, cosa che aveva fatto credere che finalmente negli Stati Uniti si iniziassero a rimarginare le profonde divisioni razziali, la maggioranza degli americani ritiene che il razzismo sia ancora un problema. Ed una consistente percentuale, il 40%, pensa che anzi le relazioni tra i differenti gruppi razziali siano peggiorate.
Secondo un sondaggio del New York Times/Cbs, sei americani su 10 pensano che le relazioni siano negative, e solo due terzi degli intervistati ritiene che la situazione sia migliorata durante la presidenza di Barack Obama. Ma il dato più preoccupante è forse quello registrato nelle comunità afroamericane che nel 2008 avevano creduto che la vittoria elettorale di Obama avrebbe segnato una svolta importante. La percentuale di chi infatti riteneva che vi fosse un problema di razzismo in America passò dal 60 al 30%.
Ma ora la percentuale è tornata a salire arrivando al 68%, il tasso più alto di discontento tra gli afroamericani registrato dopo l’arrivo di Obama alla Casa Bianca. Numeri che sono molto vicini a quelli registrati nel 1992 dopo la sentenza che assolveva i poliziotti responsabili del pestaggio di Rodney King, che provocò la rivolta a Los Angeles.
Il sondaggio è stato realizzato un mese dopo il massacro di nove afroamericani nella ‘black church’ di Charleston ad opera di un giovane razzista bianco. E quasi ad un anno dall’uccisione del giovane afroamericano disarmato Michael Brown da parte di un poliziotto che provocò la Ferguson la prima di una serie di rivolte nella cittadina del Missouri e in altre città di tutta l’America contro l’eccessiva violenza della polizia nei confronti degli afroamericani.