Home Nazionale Verso screening su liquido seminale per capire se virus resta anche a 90 giorni

Verso screening su liquido seminale per capire se virus resta anche a 90 giorni

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Milano, 13 apr. (AdnKronos Salute) – Sono sopravvissuti all’Ebola, ma rischiano di dover affrontare nuovi rischi per la salute fra cui problemi alla vista e alle articolazioni. E in un caso recente di contagio, il virus potrebbe essere stato trasmesso da una persona guarita dall’infezione. A lanciare l’allarme è l’Organizzazione mondiale della sanità, che sottolinea come la crisi Ebola rappresenti ancora un’emergenza di sanità pubblica internazionale, nonostante nelle ultime settimane vi sia stato un “progresso reale e sostanziale” verso l’obiettivo di bloccare la diffusione dell’epidemia in Africa occidentale.
I funzionari dell’agenzia Onu per la sanità – riporta la Bbc online – hanno annunciato l’intenzione di realizzare una rete di strutture in Sierra Leone, Liberia e Guinea, proprio con l’obiettivo di monitorare le ripercussioni dell’Ebola sulla salute dei ‘reduci’. Alcuni pazienti scampati alla malattia hanno infatti riportato problemi di stanchezza, alla vista e articolari. Ma Bruce Aylward, assistente del direttore generale dell’Oms, precisa che poco si conosce sulle conseguenze a lungo termine dell’infezione e che quindi le informazioni raccolte da cliniche specializzate possono risultare preziose.
Gli esperti dell’agenzia ginevrina riferiscono inoltre di un paziente recentemente infettato, che “probabilmente è stato contagiato dopo contatti sessuali con una persona sopravvissuta all’Ebola e guarita da alcuni mesi”. Report indicano che i medici liberiani hanno avviato indagini per accertare che il virus sia stato trasmesso secondo questa modalità, e gli scienziati dell’Oms stanno valutando la fattibilità di screening volti a verificare se il germe sia ancora presente nel liquido seminale anche 90 giorni dopo che un uomo sia stato dichiarato Ebola-free. Al momento, infatti, l’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda l’astinenza sessuale o rapporti protetti almeno per i 3 mesi successivi alla guarigione.
La guerra contro Ebola dunque continua, pur complicata dalla stagione delle piogge, e alcuni dei nuovi malati non sono fra le persone registrate nella lista dei possibili contatti di persone già infettate. Nelle scorse settimane tra Guinea, Liberia e Sierra Leone sono stati confermati 30 casi, ma il calo dei contagi – avvertono gli esperti – rappresenta comunque una sfida per chi sta sviluppando farmaci e vaccini. L’epidemia di Ebola in Africa occidentale ha fatto registrare 25.532 casi con 10.584.