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Wedding tourism mania, una moda che vale 315mln euro

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Roma, 25 ago. (Labitalia) – Sì, yes, we. In Italia è scoppiata la ‘wedding tourism’ mania. Migliaia, infatti, gli straneri che, ogni anno, scelgono il belpaese per celebrare le nozze. Un settore che, secondo la ricerca ‘Wedding tourism, l’Italia è per sempre’ realizzata da Jfc, conta oltre 1 milione 221mila presenze provenienti da 25 Paesi e un fatturato complessivo di 315 milioni di euro.
Se il numero di invitati può essere tendenzialmente inferiore a quello di una coppia italiana, “il matrimonio è̀ quasi sempre da sogno e affidato a wedding planner o agenzie specializzate: Cina, Giappone, America, Russia sono, quindi, ormai partner e clienti stabili per le imprese italiane di questo settore”.
“Su tutti sono gli inglesi -precisa l’indagine- a prediligere l’Italia per l’organizzazione delle nozze, immediatamente seguiti da americani e russi. Non disdegnano giapponesi, irlandesi e arabi, mentre i meno interessati sembrano essere i mediterranei, in particolare francesi e spagnoli”.
“Fondamentale per gli operatori italiani -si legge- è informarsi in anticipo sui luoghi d’origine e soprattutto sulle religioni e le usanze praticate: maggiore è la distanza del paese d’origine degli sposi e dei loro invitati, più diventa complicata la comunicazione. Importante da ricordare è, per esempio, che per gli estremo-orientali anche i silenzi e i gesti del corpo hanno significato e questo rende quasi inevitabile fare piccole gaffe”.
La scelta dell’Italia come luogo per celebrare il matrimonio limita ovviamente il numero dei partecipanti: solo in pochi casi si superano i 100 ospiti, mentre una buona quota di matrimoni non raccoglie più di 30 persone, sposi inclusi. Rimane alta comunque la spesa che difficilmente scende sotto i 51mila euro.
Secondo la ricerca Jfc “l’Italia rappresenta in primis ‘storia e bellezze culturali’ (16,3%), ma anche ‘fascino e luogo desiderato’ (12,9%), senza tralasciare motivazioni legate al fattore ‘romanticismo e bellezza’ (12%) e al ‘cibo’ (11%). E’ importante anche il motivo del ‘racconto’ dell’esperienza, che hanno fatto amici o conoscenti che si sono sposati in Italia (10,5%), e il ‘paesaggio’ (10%)”.