(AdnKronos) – Passando all’Asia, a gennaio la Bank of Japan si è unita al ‘club dei tassi negativi’ portando quello di riferimento al -0,1%, ma lo scorso 20 dicembre ha annunciato la possibilità di un rialzo nel 2017, alla luce della ripresa in corso. Ma più che sul discorso tassi, la BoJ è coinvolta soprattutto sul fronte acquisti, con un intervento – sospinto dalla cosiddetta Abenomics – che vale 9 mila miliardi di yen al mese in titoli di Stato (circa 74 miliardi di euro).
Quanto alla People’s Bank of China quest’anno nessun intervento sul tasso di riferimento – fermo da ottobre 2015 al 4,35 % dopo un taglio dello 0,25% – ma in realtà la banca centrale di Pechino si è mossa discretamente sul fronte dei tassi a breve provocando un rialzo ‘indiretto’ di 25 punti e soprattutto ha dovuto lavorare intensamente sul fronte valutario, iniettando riserve estere per frenare l’indebolimento dello yuan rispetto al dollaro.