Home Nazionale Aefi: per settore fiere strategici Imu, regolamentazione e assetto societario

Aefi: per settore fiere strategici Imu, regolamentazione e assetto societario

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Venezia, 9 mar. (Labitalia) – Si è svolta a Venezia, presso il Pala ExpoVenice, l’Assemblea di inizio anno dei soci di Aefi, l’Associazione esposizioni e fiere italiane. Tre, in particolare, i temi evidenziati durante l’incontro: la tassazione immobiliare dei padiglioni fieristici, la possibilità di operare secondo regole europee in tema di trasparenza e l’assetto societario delle fiere. Sono infatti questi gli aspetti che, è stato sottolineato, se non trovano presto chiarimenti specifici nella legislazione, possono mettere a rischio il comparto, vanificando la redditività, la competitività e l’esistenza del settore.
Nella sua relazione, il presidente di Aefi, Ettore Riello, ha ricordato l’importante traguardo che l’Associazione è riuscita a raggiungere: “Per anni come Aefi abbiamo portato avanti una campagna di sensibilizzazione delle istituzioni nel riconoscimento del ruolo delle fiere, arrivato a inizio 2015 dal ministero dello Sviluppo economico, che ha inserito a pieno titolo le fiere nel Piano di promozione straordinaria per il made in Italy. Tuttavia, tale risultato, verrà completamente vanificato se non accompagnato da un’altrettanto sensibile politica fiscale sugli immobili, definendo un livello di tassazione sostenibile”.
Nel corso dell’assemblea, è stato infatti sottolineato come la necessaria importante volumetria dei quartieri fieristici, al servizio della promozione del made in Italy, sia nello sviluppo di manifestazioni internazionali che di accoglienza di operatori stranieri, non possa costituire, da un lato, un asset portante dell’intero sistema e, dall’altro, un elemento penalizzante sui bilanci al punto da mettere a rischio le attività stesse.
“Quello che chiediamo e auspichiamo è che la tassazione, per quanto riguarda l’applicazione dell’Imu, sia più equa nei confronti dei padiglioni fieristici, trattati come strutture commerciali, e non calcolando i giorni effettivamente utilizzati per le esposizioni con disposizioni univoche su tutto il territorio nazionale. Da tempo il ministero dell’Economia e delle Finanze e l’Agenzia delle Entrate sono al lavoro per cercare di trovare una soluzione e modificare la normativa. I continui rinvii iniziano a mettere le fiere in seria difficoltà”, ha proseguito Ettore Riello.
Negli ultimi mesi, il presidente Riello e i vicepresidenti di Aefi sono stati impegnati in numerosi incontri non solo con il ministero dell’Economia e delle Finanze, ma anche con il ministero della Semplificazione e della Pubblica amministrazione e la commissione Affari costituzionali della Camera per vedere riconosciute le esigenze del settore in materia di assetto societario dei quartieri, trasparenza e anticorruzione. Al pari delle politiche di tassazione fiscale sugli immobili, infatti, anche la partecipazione nelle fiere degli enti pubblici, in primis delle Camere di commercio, risulta essere vitale per il sistema stesso.
Il presidente Riello ha poi rimarcato l’importanza del sistema fieristico italiano, secondo in Europa, che subisce però la forte concorrenza dei tedeschi e dei francesi. In particolare, il sistema tedesco è fortemente finanziato dagli enti territoriali, in primis dai Lander e dalle Camere di commercio per quanto riguarda le strutture espositive, e dai ministeri competenti per le attività delle singole manifestazioni.
Sul tema dell’assetto societario, l’assemblea ha preso atto che, anche su questo fronte, nonostante le continue attività dell’Associazione, ancora non sia stata definita e riconosciuta la specificità delle partecipazioni delle Camere di commercio nelle fiere, che, proprio per la particolarità e la complessità dell’attività che svolgono, sono “essenziali” e “necessarie per lo svolgimento delle funzioni istituzionali”.
Non solo. E’ inoltre necessario, è stato osservato, che sia prontamente definita l’assunzione da parte delle Regioni delle quote delle Province. “Ritengo che i soci pubblici debbano restare nell’assetto societario delle fiere, affinché le manifestazioni fieristiche continuino ad essere competitive e ad accompagnare le imprese italiane nel loro processo di crescita”, ha aggiunto Ettore Riello. Infine, il decreto attuativo della riforma Madia sulle partecipate pubbliche obbliga gli enti fieristici ad operare sul mercato secondo una logica di trasparenza gestionale.
“E’ inaccettabile: le fiere operano nel libero mercato – ha concluso Ettore Riello – e per continuare ad essere competitive devono poter operare secondo la specifica normativa applicata in Europa. In caso contrario, saremmo l’unico sistema fieristico al mondo ad avere un assetto diverso, concedendo così un grande vantaggio ai nostri competitor stranieri”. Per realtà come le fiere che fanno della loro attività commerciale la propria essenza, assoggettarle a una gestione pari a quella delle realtà pubbliche sarebbe come obbligarle a fare disclosure dei propri segreti industriali. Su questi temi da mesi Aefi sta lavorando con il ministero della Pubblica amministrazione.