Home Nazionale Agrigento: sequestro beni, così l’usuraio piegava le sue vittime (2)

Agrigento: sequestro beni, così l’usuraio piegava le sue vittime (2)

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(AdnKronos) – “In molti casi quando le vittime non riuscivano a saldare i debiti – spiegano gli investigatori – si verificava la ‘vendita’ a Marturana e ad altri suoi familiari del bene immobile oggetto della garanzia a prezzi enormemente inferiori al valore di mercato o, addirittura, senza reale alcun corrispettivo per il venditore-vittima”. Per convincere le sue vittime a pagare Gaetano Marturana non esitava a usare la violenza, attentati a colpi di arma da fuoco come quelli esplosi nel giugno del 1998, quando le cimici degli investigatori captarono 5 colpi di pistola e una frase: “Cinque colpi, non è uscito nessuno… sarà morto… ci saranno arrivati dentro i proiettili”.
Ma l’episodio più grave attribuito a Marturana è l’omicidio di Angelo Anello, ucciso il 19 luglio 2005. Una vicenda per cui, unico imputato, è stato condannato all’ergastolo, anche se in attesa di sentenza definitiva. Un delitto per il quale è stato arrestato nell’aprile del 2008 dopo le indagini condotte dalla Squadra mobile di Caltanissetta e dal commissariato di Canicattì. Secondo l’accusa Marturana avrebbe stipulato con Anello, approfittando del fatto che quest’ultimo era praticamente analfabeta, un atto di compravendita di un terreno coltivato a vigneto del valore di 170mila euro sborsando solo 15mila euro. Dopo tre anni quando Anello aveva deciso di procedere per le vie legali, Marturana lo avrebbe ucciso.