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Certificati bianchi italiani best practice Ue, in arrivo linee guida aggiornate

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Roma, 12 apr. – (AdnKronos) – I certificati bianchi funzionano, incassano risultati importanti, ma “come tutti gli strumenti articolati hanno bisogno di tanto in tanto di interventi di sistemazione e aggiustamento”. Così all’Adnkronos Dario Di Santo, direttore Fire, la Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia.
“In questo momento c’è una fase di trasformazione indotta dall’ultima modifica legislativa di fine 2012 e che sta producendo i suoi effetti adesso – spiega Di Santo – sono attese nuove linee guida che usciranno nel corso dell’anno e che andranno a impattare sullo schema. Importante che gli stakeholder istituzionali e quelli che rappresentano gli interessi degli operatori si incontrino, si confrontino per trovare soluzioni”.
In Italia i certificati bianchi “funzionano e sono anzi una best practice europea. Sono stati infatti riconosciuti da più parti come gli schemi più completi perché coprono tutti i settori, tutte le tecnologie e sono stati il primo meccanismo a raggiungere importanti risultati rispetto all’obiettivo generale di efficienza energetica al 2020”. I certificati bianchi sono al centro della conferenza Fire “Titoli di efficienza energetica a portata di mano”, oggi a Roma.
Ma cosa sono i certificati bianchi? “I certificati bianchi sono il principale strumento di supporto per l’efficienza energetica nel nostro Paese – spiega il direttore della Fire – parte da un obbligo che hanno i distributori di energia elettrica e gas di raggiungere obiettivi nazionali di risparmio”.
Per rispondere all’obbligo “possono acquistare questi certificati bianchi dagli operatori di mercato, in particolare le Esco, gli altri operatori dei servizi energetici e gli utenti finali di medie e grandi dimensioni”. Si tratta di “uno schema rivolto principalmente all’industria, alle grandi realtà del terziario e solo marginalmente al settore residenziale che può usufruire delle detrazioni fiscali e del conto energia termico”.