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Confesercenti: “Sagra selvaggia in valdichiana”

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Confesercenti: “Sagra selvaggia in valdichiana”
Mario Checcaglini

Confesercenti scrive al sindaco Basanieri

Gli operatori della ristorazione del Comune di Cortona dicono basta al proliferare di sagre e feste paesane. Adesso chiedono al Sindaco Francesca Basanieri, e all’Assessore alle attività produttive Albano Ricci una rapida approvazione del regolamento che limiti il rilascio delle autorizzazioni alla somministrazione temporanea. Presentato questa mattina l’ appello, sottoscritto da oltre la metà dei ristoratori, – già 25 su 40 mentre prosegue la raccolta di adesioni – che richiama l’attenzione sul problema e della cosiddetta “sagra selvaggia”.
Il direttore Mario Checcaglini ha quindi scritto al Comune per chiedere “a prescindere dell’adozione del regolamento, che queste iniziative siano sottoposte agli stessi identici adempimenti sanitari dei ristoranti, siano obbligate al pagamento del suolo pubblico, al pagamento della tassa sui rifiuti e ogni altra imposta che grava sulla ristorazione tradizionale”.Confesercenti vuole quindi l’approvazione di un regolamento che disciplini il rilascio di autorizzazione alla somministrazione in occasione di sagre e feste paesane. “Alla luce della mancata convocazione da parte del Comune, ormai da  quattro anni, – spiega Checcaglini – del tavolo di coordinamento con le organizzazioni di categoria, previsto dalla legge, per regolarizzare gli eventi e creare un calendario condiviso ecco che adesso, a nome e per conto dei ristoratori abbiamo scritto al Comune affinchè preveda un regolamento che ponga un freno al rilascio delle autorizzazioni straordinarie alla somministrazione in occasioni di sagre e feste paesane”.
Checcaglini ricorda che “altri comuni della provincia hanno già approvato il regolamento, altri si apprestano a farlo, molti amministratori locali concordano sulla necessità di porre un argine al proliferare indiscriminato di sagre e feste paesane. È evidente che è sempre più necessario porre un freno a queste attività. Questo non significa che iniziative che hanno storia e tradizione siano impedite, significa che il loro incremento in termini di numero iniziative e di durata consideri che ci sono attività professionali, i ristoranti, che svolgono analoga attività”. Confesercenti puntualizza la concorrenza sleale che c’è a discapito di chi fa della ristorazione un lavoro. “Assistiamo oggi a feste che si protraggono anche per molti fine settimana. Che cosa hanno di diverso dalla ristorazione?  Non il costo che paga il consumatore: di solito uguale a quello di un normale pasto consumato in un ristorante tradizionale. Non il menù: oramai nelle sagre è preposto un normalissimo “menù” che consente di scegliere cosa mangiare.  Hanno però un vantaggio non di poco conto rispetto la ristorazione: il vantaggio fiscale di versare poco o nulla all’erario”.

È per questo che Confesercenti ritiene che con sagre e feste paesane si produca nei confronti della ristorazione una “concorrenza sleale”. Ed è per questo che “senza un intervento legislativo chiaro ed efficace che ponga regole certe, continueranno a proliferare manifestazioni di dubbio valore che celano dietro alla denominazione di sagra e festa popolare operazioni di natura commerciale. In questo periodo di crisi economica tali manifestazioni mettono a dura prova i ristoratori cortonesi, che già per la crisi rischiano la chiusura. C’è bisogno che il Comune prenda coscienza che la chiusura di un’attività della ristorazione significa perdita di lavoro e impoverimento delle famiglie che vi operano”. Confesercenti ha chiesto quindi un incontro con l’amministrazione per discutere dell’argomento.