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‘Dendrochirurgia’ nuova frontiera salva-vigneti da mal d’esca

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Roma, 31 ott. (Labitalia) – Si chiama ‘dendrochirurgia’ ed è la nuova frontiera per salvare i vigneti dal mal d’esca, probabilmente la più grave e diffusa malattia che colpisce i vigneti di tutto il mondo, e in particolar modo quelli europei. A mettere a punto questa tecnica letteralmente ‘chirurgica’, per evitare che le piante ammalate siano estirpate e sostituite, sono stati Simonit&Sirch Preparatori d’uva che, dopo 5 anni di lavori e sperimentazioni in vigneti italiani e francesi, presentano ora i primi risultati raggiunti: il 90% delle piante trattate è tornato pienamente produttivo.
“Banalizzando, si può paragonare il nostro intervento – spiega Marco Simonit – a quanto fa un dentista per curare una carie. Utilizzando delle piccole motoseghe, apriamo il tronco ed esportiamo la parte intaccata dal mal d’esca. La pianta ‘disintossicata’ dalla malattia riacquista nel giro di poco tempo vigore, riprende a fruttificare e torna pienamente produttiva”.
Un esito importante, sia per la qualità dei vini che per la ricaduta economica. Infatti, estirpando le viti malate e sostituendole con nuove barbatelle, si crea nel vigneto una disparità della qualità delle uve, che influisce ovviamente sulla qualità e quantità del vino: avere delle piante più longeve possibile è un’esigenza prioritaria per tutti i vignaioli, ma soprattutto per le più importanti Maisons internazionali, dato che garantisce la continuità qualitativa e la riconoscibilità dei loro grandi vini. La dendrochirurgia consente, inoltre, alle aziende notevoli risparmi, dato che si evita il costo del reimpianto (estirpo delle viti malate, scavo della buche, impianto delle barbatelle, allevamento) e si ovvia alla mancata produzione da parte delle nuove piante per almeno 3 anni.
Facendo ricerche bibliografiche, i Preparatori d’Uva hanno trovato testimonianze di una tecnica per risanare le piante infette da esca e eliminare il legno cariato, che risale a circa 100 anni fa. “Abbiamo quindi pensato di sperimentare la dendrochirurgia, descritta da Ravaz e Lafon – racconta Simonit – come praticata fin dall’antichità e praticata da Poussard alla fine dell’’800 con risultati molto incoraggianti, 90-95% di ceppi risanati. Grazie all’interessamento del professor Denis Dubourdieu, recentemente scomparso, già direttore dell’Isvv – Istitut des Sciences de la vigne et du vin dell’Università di Bordeaux, l’abbiamo messa in pratica con strumenti moderni”.
Le prime prove sono state fatte nel 2011 a Chateau Reynon, quindi da Schiopetto in Friuli e da Bellavista in Franciacorta. In 6 anni di lavoro e sperimentazione, sono state operate 10.000 piante di 5 varietà (Sauvignon blanc, Chardonnay, Cabernet, Sauvignon, Cabernet Franc, Pinot nero), in vigneti italiani e francesi di 6 regioni viticole: Collio, Isonzo, Franciacorta, Bolgheri, Champagne, Borgogna, Bordeaux. Sette ‘chirurghi’ Simonit & Sirch si dedicano oggi alla formazione delle maestranze interne alle aziende, per insegnare loro le delicate e precise operazioni che portano a perfetti risultati di dendrochirurgia.
“In 4 anni (dal 2013 al 2016) il 90% delle piante di Sauvignon operate nell’azienda Schiopetto sono tornate produttive e addirittura il 96% di quelle di Chateau Reynon. Siamo assolutamente soddisfatti di questi risultati, ma non ci fermeremo qui, perché il nostro è un lavoro sempre in progress. Dobbiamo, ad esempio, verificare quale è il miglior periodo dell’anno per intervenire, con quanta frequenza dobbiamo farlo, quante piante può operare al giorno una persona, per quanto tempo le piante che operiamo rimangono asintomatiche”, conclude Simonit.