Home Nazionale Fondamentale il dialogo tra il personale scolastico, i ragazzi e le famiglie

Fondamentale il dialogo tra il personale scolastico, i ragazzi e le famiglie

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Roma, 20 apr. (AdnKronos Salute) – Troppo stressati, stanchi e spesso disidratati, con il risultato che la prestazione scolastica potrebbe risentirne. E’ il rischio che corrono – secondo le Associations of School and College Leaders (Ascl) inglese che rappresentano oltre 18 mila dirigenti scolastici – gli studenti musulmani durante il Ramadam, il mese del calendario islamico in cui i fedeli si astengono dal mangiare e bere dall’alba al tramonto. Secondo l’Ascl – riporta il ‘Telegraph’ – gli insegnanti dovrebbero avvertire i ragazzi che se emergono alcuni sintomi di stanchezza o stress, dovrebbero interrompere o essere esentati dal digiuno, come del resto prevede anche la religione islamica.
Spesso il Ramadan coincide con il periodo più intenso di studio dell’anno scolastico britannico e con le verifiche, per questo motivo l’Ascl avverte sui possibili rischi per la performance legati al digiuno. Quest’anno il mese di preghiera cade tra il 6 giugno e il 5 luglio. Secondo l’Ascl l’astenzione dai pasti e il rimanere alzati fino a tardi sono comportamenti che possono influenzare la memoria, l’attenzione e la concentrazione. Secondo uno studio olandese – citato dagli esperti – gli studenti che seguono il Ramadan hanno avuto uno svantaggio nelle loro performance sui libri.
Alcuni studiosi della materia sostengono che i ragazzi che devono sostenere esami scolastici posso essere esentati dal digiuno, mentre è unanime il parere che possono non saltare i pasti e bere: chi è malato o in assistenza medica a lungo termine, chi sta facendo lunghi viaggi, le donne che hanno il ciclo, chi ha un disturbo mentale, le persone molto anziane e fragili e infine le donne in gravidanza o in allattamento.
Gli esperti dell’Associations of School and College Leaders sottolineano nel documento ‘Ramadan and Exams, 2016: information for schools and colleges’ come sia fondamentale il dialogo tra il personale scolastico, i ragazzi e le famiglie. Sopratutto per permettere ad ogni studente di decidere in base alle esigenze personali, all’età e alle difficoltà che ognuno può incontrare.
Comunque – conclude l’associazione – per quanto riguarda le scuole primarie: nessun bambino che non è ancora entrato nell’età della pubertà può essere obbligato a digiunare. E sarebbe consigliabile seguire il Ramadan sotto la supervisione di familiari e dopo l’orario scolastico. Mentre per le scuole secondarie è consigliato un approccio sensibile sul tema del digiuno, con un confronto con i ragazzi su come gestirlo al meglio e sugli effetti controproducenti che possono verificarsi, ad esempio nelle giovani che hanno il ciclo mestruale.