Home Nazionale Forza Italia a caccia di fondi, per vincere a Roma serve almeno 1 milione

Forza Italia a caccia di fondi, per vincere a Roma serve almeno 1 milione

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Roma, 19 gen. (AdnKronos) – Con Forza Italia in bolletta si pone con forza il problema delle risorse per finanziare le amministrative di primavera. Il partito deve fare i conti con i tagli al finanziamento pubblico, le casse in rosso (dipendenti sottoposti a procedura di licenziamento collettivo, sede nazionale di San Lorenzo in Lucina dismessa a partire dal 31 gennaio) e un leader, Silvio Berlusconi, ancora ‘anatra zoppa’ incandidabile, restio a sborsare nuovi soldi di tasca propria come ai vecchi tempi. Tutti fattori che incidono sul ‘buon esito’ di una tornata elettorale, che ancora non sono stati esaminati in maniera approfondita dal partito con riunioni ad hoc, ma solo ipotizzati.
Una campagna elettorale vincente per una grande città come Roma, riferiscono fonti parlamentari azzurre, verrebbe valutata almeno 1 milione di euro (il top sarebbe arrivare a 2 mln), tutto compreso: dai volantini ai gadget, dalle cene ai comitati elettorali, sede inclusa; dai manifesti ai comizi, considerando anche le manifestazioni in piazza di ‘chiusura’ e ‘apertura’ con i leader; dal battage mediatico in tv e sul web, agli spot nei cinema, ora di gran moda, ai sondaggi per sondare l’elettorato alla vigilia del voto.
Una forte propaganda on line, con massiccia presenza sui social network, e le cene di fundraising, aiutano ma non bastano. Serve il ‘cash’. E questo discorso vale per gli aspiranti sindaco e consiglieri comunali.
Molto, naturalmente, dipende dal candidato in campo: servono più risorse se è poco conosciuto, ma se è già noto all’opinione pubblica, la sua ‘discesa in campo’ potrebbe far risparmiare molti soldi. Giocano poi un ruolo fondamentale l’appeal, le capacità di comunicazione, la credibilità e le competenze. Determinante anche il cosiddetto effetto traino, ovvero, la presenza Berlusconi sul territorio per ‘accendere’ la base e conquistare consensi con il suo volto in campo per ‘portarli in dote’ al candidato.
Chi in questi anni per Forza Italia ha organizzato le campagna elettorali avrebbe preventivato, visto l’austerity imposta dai tagli legati al finanziamento pubblico e dai ‘tetti’ previsti dalla nuova legge, una spesa complessiva di circa 3 milioni di euro per organizzare un ‘fuoco di fila elettorale’ di prim’ordine a sostegno dei candidati-sindaco nelle tre città chiave di Roma, Milano e Napoli.
Ora bisognerà vedere se Berlusconi aprirà i rubinetti come ai vecchi tempi e chi il centrodestra schiererà nei Comuni-chiave per sfidare al ballottaggio Pd-M5S. La nuova legge sul finanziamento dei partiti, infatti, vieta che si possa finanziare un singolo movimento politico con più di 100.000 euro all’anno. Non a caso, da mesi il Cav va ripetendo che con questa normativa ora vigente, oltre ad aver posto fine al finanziamento pubblico, gli hanno impedito di continuare a sostenere Forza italia.
Berlusconi, che ancora non ha incontrato Matteo Salvini e Giorgia Meloni (anche se i rumors parlavano di un vertice a 3 questa settimana) continua a prendere tempo: per la corsa a palazzo Marino attende la performance di Giuseppe Sala alle primarie del centrosinistra, mentre a Roma aspetta che la presidente di Fdi sciolga la riserva sulla sua candidatura.
Stesso discorso per Bologna, dove resta l’incognita Lega, che punta su Lucia Borgonzoni. Per Napoli, non dovrebbero esserci problemi di sorta sull’imprenditore Gianni Lettieri.
Secondo l’ultimo bilancio, quello relativo all’esercizio finanziario 2014, Fi presenterebbe oltre 90 milioni di euro di debiti già maturati verso le banche e tutti garantiti da fidejussioni bancarie personali del’ex premier, più un passivo superiore ai 5 milioni di euro per servizi (tra cui fornitori, sedi e utenze). Grazie all’ex premier gli oneri bancari sono stati azzerati, ma nonostante il suo soccorso, il disavanzo complessivo è aumentato, passando da 83.548.735 euro del 2013 all’attuale cifra di 95.430.062 euro.