Home Nazionale L’esperto, con smart manufacturing nessun allarme posti lavoro

L’esperto, con smart manufacturing nessun allarme posti lavoro

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Davos, 20 gen. (Labitalia) – “La quarta rivoluzione industriale è già in corso e il cosiddetto ‘smart manufacturing’, l’innovazione digitale nei processi dell’industria, rappresenta la chiave per la competitività del futuro. Ma se nel breve termine si possono prevedere saldi occupazionali negativi, nel medio-lungo termine non è assolutamente certa una contrazione degli occupati in numero assoluto, considerato anche l’impatto nell’indotto, in particolar modo nel terziario avanzato”. E’ l’analisi di Alessandro Perego, direttore scientifico degli osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, sul dibattito in corso al World economic forum di Davos, incentrato sulla quarta rivoluzione industriale.
“Di sicuro -afferma- assisteremo a un’evoluzione delle forme attuali del lavoro, verso il digitale, ma il cambiamento che stiamo vivendo è da leggere in chiave positiva. Anche in Italia, che secondo la ricerca presentata al World economic forum dovrebbe uscire indenne nei prossimi 4 anni con un saldo pari a zero di 200mila posti di lavoro creati e cancellati, le imprese hanno iniziato a investire in tecnologie come Internet of things, big data, cloud computing, sistemi di produzione automatizzati, dispositivi wearable e nuove interfacce uomo/macchina o stampa 3D”.
“Il nostro Paese però -suggerisce- deve sapere cogliere a pieno i benefici della quarta rivoluzione industriale, attuando iniziative sistemiche per lo sviluppo dello smart manufacturing e fornendo ai lavoratori le competenze digitali per le mansioni del futuro”.
“Le previsioni dello studio ‘Future Jobs’ del World Economic Forum -sostiene Perego- fanno riflettere, ma non devono allarmarci oltre misura. Da diverso tempo ormai si levano voci e interrogativi sull’impatto che la rivoluzione digitale avrà sui livelli occupazionali. Di certo, molte mansioni tradizionali si stanno trasformando in nuove professioni digitali e, nel breve termine, saldi occupazionali negativi sono prevedibili, considerando anche l’estrema rapidità della rivoluzione digitale e la complessità di molte tecnologie”.
“Per questa ragione -continua- è fondamentale che le aziende e le istituzioni si concentrino su strumenti di riconversione e di reinserimento professionale, per formare i lavoratori alle competenze digitali necessarie ad affrontare questa evoluzione”.
“Lo smart manufacturing in Italia conosce un buon fermento -assicura Alessandro Perego- e la ricerca dell’osservatorio Smart manufacturing ha individuato oggi 135 applicazioni in ambiti molto diversi in 43 aziende manifatturiere. Ma, rispetto alla grande accelerazione a cui si assiste nel mondo, l’adozione nel nostro Paese appare ancora rallentata da fattori di contesto, culturali, organizzativi e dalla capacità di offerta. L’Italia, secondo Paese manifatturiero d’Europa, deve adottare un programma nazionale dedicato allo smart manufacturing per affrontare al meglio la quarta rivoluzione industriale”.