Roma, 4 mar. (AdnKronos) – “Da settimane, il governo ritarda la venuta in Aula per parlare al Parlamento e al Paese della situazione in Libia. Solo mercoledì prossimo l’Esecutivo verrà, pare. Preceduto, a quel punto, dalla morte di due cittadini italiani, dal rapimento di altri due connazionali, e da una raffica di ‘leaks’ giornalistici che in Italia sono essenzialmente frutto di sciatteria istituzionale, mentre all’estero derivano dalla volontà di fare pressioni su un’Italia vista come riluttante. Occorre chiamare le cose con il loro nome. Siamo vicini a una missione militare a mio avviso necessaria, ma rischiosa e difficile”. Lo dichiara Daniele Capezzone, deputato di Conservatori e Riformisti.
“Il governo e il Parlamento dovrebbero (avrebbero già dovuto) discutere in modo serio e trasparente – secondo Capezzone – spiegando al Paese la necessità e il senso della missione, e i rischi che l’Italia corre sia agendo sia (a mio modo di vedere, rischi più gravi) non agendo o facendo i furbi. L’Isis è a un’ora di volo da qui, i droni Usa sono pronti, i francesi ed altri sono già sul campo. L’Isis vuole radicarsi in modo sempre più significativo sulle coste nordafricane, e forse dispone addirittura di armi chimiche e batteriologiche, oltre che di terroristi kamikaze disposti ad agire in Europa, come si è già visto. In Libia abbiamo uomini e installazioni petrolifere. E qui a Roma è l’anno del Giubileo, con tutta la carica simbolica che per il terrorismo islamista ciò può comportare”.