Palermo, 5 nov. (AdnKronos) – “Ho provato una gioia immensa. Il mio pensiero è andato subito alle famiglie, ho pensato: ‘Per loro è finito un incubo'”. A dirlo all’AdnKronos è Filippo Calcagno, il tecnico della ‘Bonatti’ originario di Piazza Armerina (Enna), rapito in Libia, nella zona di Mellitah, nel luglio del 2015 insieme a Fausto Piano e Salvatore Failla, uccisi a Sabrata, e Gino Pollicardo e tornato libero insieme a quest’ultimo lo scorso marzo. La notizia della liberazione di Danilo Calonego e Bruno Cacace l’ha sentita alla tv stamani.
“E’ stato uno splendido risveglio. Mi auguro che loro non abbiamo dovuto subire le stesse che cose che abbiamo vissuto noi” dice con la voce rotta dalla commozione. Violenze psicologiche e fisiche, che “io non augurerei al mio peggior nemico” aggiunge, ricordando gli otto mesi di “fame, botte e minacce di morte”. “Dovevi persino stare attento a non ammalarti – racconta – perché se stavi male ti dicevano: ‘Ti buttiamo nel deserto’. Sono cose che ripetute tutti i giorni ti distruggono”.