Home Nazionale Mafia: Palermo, Polizia sequestra beni per 200 mila euro

Mafia: Palermo, Polizia sequestra beni per 200 mila euro

0

Palermo, 24 nov. (AdnKronos) – Beni per un valore complessivo di circa 200 mila euro sono stati sequestrati dalla Polizia di Stato di Palermo, dal personale della Sezione Patrimoniale dell’Ufficio Misure di Prevenzione della Questura di Palermo, a un pregiudicato palermitano, Gaetano Ciaramitaro di 47 anni. Il provvedimento è stato emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale, presieduta da Giacomo Montalbano, a latere Stefania Brambille e Vincenzo Liotta, che hanno accolto la proposta avanzata dal Procuratore aggiunto Bernardo Petralia nei confronti di Ciaramitaro. Con il decreto è stato disposto il sequestro di un’attività commerciale attiva nel campo della commercializzazione della carne, con insegna “Macelleria Toni Ciaramitaro”, ubicata nel popoloso quartiere della “Marinella” in via Emilio Salgari 5. Ciaramitaro, “annovera numerosi precedenti penali per i reati di furto, resistenza a Pubblico ufficiale, ricettazione, rapina aggravata, truffa aggravata, detenzione e traffico di sostanze stupefacenti”, dicono gli inquirenti.
Il 23 giugno 2014 è stato tratto in arresto, nell’ambito dell’operazione antimafia denominata “Apocalisse”, per i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso e detenzione e traffico di sostanze stupefacenti. Nell’ambito della vasta indagine condotta dalla Squadra Mobile di Palermo era emerso come Ciaramitaro “fosse a capo della famiglia mafiosa del quartiere della Marinella, organizzando, gestendo e coordinando per essa le attività estorsive e curando, in particolare, anche il reinvestimento del denaro frutto delle illecite attività”.
E’ stato, tra l’altro documentato, “come partecipasse ad incontri e riunioni, anche in luoghi riservati, con altri membri dell’organizzazione mafiosa, in particolare con Vito Galatolo della famiglia mafiosa dell’Acquasanta, con Onofrio Terracchio e Paolo Lo Iacono della famiglia mafiosa di Pallavicino – Zen. Con il figlio Antonino, anch’esso tratto in arresto nella medesima operazione, ha, inoltre, “coordinato e gestito il traffico di stupefacenti nel quartiere di sua competenza”.