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Migranti: Cgia, da sospensione Schengen costi Italia fino a 10 mld anno

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Roma, 1 mar. (AdnKronos) – L’eventuale sospensione del trattato di Schengen potrebbe costare all’Italia oltre 10 miliardi all’anno. In quella minore, invece, poco più di 5. E’ quanto stima l’ufficio studi della Cgia di Mestre che ha ipotizzato 2 scenari: uno con controlli meno invasivi, l’altro con un’attività della polizia di frontiera più stringente che si tradurrebbero in un aumento dei tempi d’attesa per coloro che devono attraversare i nostri confini. In particolar modo per i turisti giornalieri e del weekend, che potrebbero rinunciare di trascorre qualche giorno di vacanza in Italia, per i lavoratori frontalieri che subirebbero ogni giorno il controllo dei documenti o gli autotrasportatori che vedrebbero allungarsi notevolmente i tempi di ingresso/uscita, con un conseguente aumento del prezzo delle merci importate in Italia.
“Anche se fosse temporaneo, l’eventuale ripristino delle frontiere -sottolinea il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo – ci renderebbe tutti meno europei, con ripercussioni negative in campo economico sul fronte dell’export che, ricordo, solo nell’ultimo anno ci ha garantito un saldo commerciale di 45 miliardi di euro”.
Una minore spesa dei turisti nel nostro paese che potrebbe oscillare tra il 4 e l’8%, comporterebbe un costo annuo variabile tra i 233 e i 465 mln di euro all’anno. Per i lavoratori frontalieri, l’introduzione dei controlli alla dogana potrebbe comportare dei ritardi nell’attraversamento del confine tra i 10 e i 20 minuti al giorno. Queste code potrebbero dar luogo ad un costo annuo tra i 53 e 230 mln all’anno. Infine, ipotizzando che la reintroduzione dei controlli delle merci potrebbe dar luogo a un forte allungamento dei tempi di attraversamento delle frontiere con la Francia, l’Austria, la Svizzera e la Slovenia, queste ipotesi darebbero luogo ad una perdita media annuale del nostro Pil tra i 4,8 e i 9,7 mld di euro all’anno. L’impatto complessivo di questi tre fattori potrà avere un effetto compreso tra lo 0,3 e lo 0,6 punti percentuali del Pil, spaziando da 5,1 a 10,3 mld di euro all’anno.