Home Nazionale Migranti: il medico eroe di Lampedusa, il mio popolo merita il Nobel per la Pace

Migranti: il medico eroe di Lampedusa, il mio popolo merita il Nobel per la Pace

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Palermo, 22 feb. (AdnKronos) – Il telefono di Pietro Bartolo non smette mai di squillare. Amici, parenti, colleghi lo chiamano ininterrottamente da sabato sera per congratularsi con lui per l’Orso d’oro ricevuto a Berlino per il film ‘Fuocammare’ di Gianfranco Rosi. E’ lui, il direttore del Poliambulatorio di Lampedusa, il vero protagonista del film lodato pubblicamente dal premio Oscar Meryl Streep. “Che grande donna”, dice lui con un soffio di voce, mentre tiene tra le braccia la statuetta dell’Orso d’oro. Un eroe gentile, che ha salvato centinaia di migranti e visitato oltre 250 mila profughi. “Domani porterò la statuetta a Lampedusa, non vedo l’ora – dice Bartolo all’Adnkronos – Oggi sono a Milano per festeggiare il 30 e lode preso da mio figlio all’università. E domani torno sulla mia isola, che già mi manca. Porterò questa statuetta a loro, al mio popolo che se le merita”. E’ ancora frastornato, Pietro Bartolo, che da quasi 25 anni fa il dirigente medico a Lampedusa. Ha fatto centinaia di ispezioni cadaveriche e tutte loro hanno lasciato un segno. “Da sabato, da quando ho ricominciato a parlare della strage del 3 ottobre 2013 non faccio che sognare quei morti…”.
Un premio che gli ha stravolto la vita. “E’ stato un successo inaspettato. Ma io non vedo l’ora di tornare a Lampedusa a fare il mio lavoro – racconta Bartolo – Ieri mi hanno telefonato per dirmi che al Guardia costiera ha soccorso un altro barcone pieno di profughi. Sinceramente, in quel momento avrei voluto essere lì, non a Berlino. Anche se sono felice per il successo di questo film”.
Bartolo condivide l’idea del regista di ‘Fuocammare’, Gianfranco Rosi, di dare il Premio Nobel per la Pace agli abitanti di Lampedusa. “E’ un’idea di cui si parla da tempo – dice – d’altronde i lampedusani, non solo i pescatori, ma tutti gli abitanti, non si sono mai tirati indietro: Sono sempre stati presenti, sempre pronti a dare una mano. Ricordiamoci che nel 2011 su una popolazione di 5.500 abitanti c’erano circa 6.000 tunisini. Eppure i lampedusani non si sono mai lamentati. Anzi, ricordo perfettamente che cucinavano per loro, portavano loro del caffè caldo, delle zuppe, vestiti, non hanno mai protestato, non si sono mai lamentati. Insomma, di fronte alle sofferenze e alle richieste di aiuto non si sono mai tirati indietro. Perché Lampedusa è un popolo di mare. E quello che arriva dal mare va raccolto, come ha detto Rosi ritirando il premio a Berlino. Quella frase gliela dissi pochi giorni dopo averlo conosciuto. E’ la verità. Bisogna premiarla questa popolazione, merita un riconoscimento”.