Home Nazionale Migranti: il viaggio nel deserto, la paura di morire e la nuova vita di Amara

Migranti: il viaggio nel deserto, la paura di morire e la nuova vita di Amara

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Palermo, 20 dic. (AdnKronos) – “Perché ho scelto lui? Non lo so. Ho pensato che non avrei più potuto vivere senza vederlo”. Sonia Lo Cascio ha un sorriso dolce, lei, assistente sociale, e il suo compagno sono stati la prima famiglia a Palermo a chiedere l’affidamento di un minore migrante non accompagnato: Amara, 14 anni. Quando è partito, da solo, dal Mali aveva appena 11 anni. “Dodici li ha compiuti lungo la traversata” spiega Sonia. Di quel viaggio lungo due mesi, dal Mali alla Libia, prima di imbarcarsi su una carretta del mare come tante, Amara non parla volentieri. “Racconta poco. Ci ha detto che durante il viaggio nel deserto, dopo cinque giorni che non beveva si è accasciato a terra. C’è una legge non scritta, quella del deserto, che impone che chi non ce la fa, venga abbandonato. A salvarlo è stato un uomo, ha detto che era suo figlio e così gli hanno dato un po’ d’acqua. Il suo sogno sarebbe quello di rincontrarlo per ringraziarlo”.
Sul barcone in balia delle onde è rimasto un giorno e mezzo circa. “Poi è stato soccorso in acque libiche e dopo sei giorni è approdato a Palermo” racconta Sonia. Da allora sono passati due anni, ma la sua nuova ‘famiglia’ non basta a fargli dimenticare quella vera lasciata in Africa. “I genitori sono morti – spiega Sonia -, ma in Mali ha lasciato tre fratelli, un maschio e due femmine, la più piccola ha appena 7 anni. Lui è partito pensando di lavorare e aiutare i suoi fratelli a venire in Italia”. E i fratelli lasciati in Mali sono un chiodo fisso. “Vive come sospeso – spiega Sonia -, pensa sempre a loro e la sua vita qui gli sembra un tradimento verso i fratelli”. Per questo Sonia e il suo compagno stanno pensando al ricongiungimento familiare. Cosa farà da grande ancora non lo sa. Forse il calciatore. Per ora c’è da studiare. “Studio e gioco a calcio – dice con un sorriso – Poi vedremo”.