Home Nazionale Migranti: medico Lampedusa, il mio popolo merita il Nobel per la Pace (2)

Migranti: medico Lampedusa, il mio popolo merita il Nobel per la Pace (2)

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(AdnKronos) – Bartolo spera che l’Orso d’oro ritirato a Berlino possa essere “uno stimolo a far sì che questa mattanza finisca al più presto. Basta con i morti in mare, basta con queste sofferenze. Non voglio più vedere bambini morti in mare, giovani, madri, che muoiono annegati. Per non parlare di coloro che muoiono in alto mare e nessuno saprà mai nulla di loro”. “Speriamo che presto i lampedusani possano avere una vita normale, senza assistere a fatti atroci, terribili, che incidono sull’anima. I lampedusano non sono dei robot…”. Ma quanto può essere utile un film? “Molto – dice – Spero che molti politici, non parlo solo degli italiani, dove si è mostrata una grande sensibilità, fatta eccezione per qualcuno… ma dell’Europa. Gianfranco Rosi non trovava la chiave giusta per questo film, poi abbiamo iniziato a parlare. Gli consegnai una chiavetta Usb con le immagini di alcuni soccorsi, di morte e sofferenza sul molo. Il film ha premiato la mia insistenza, ma ha fatto soprattutto in modo che le mie esperienze andassero a buon fine”.
Per Bartolo “l’accoglienza è un dovere di tutti noi, altro che muri. Dobbiamo creare ponti, non muri”. Pietro Bartolo è innamorato di Lampedusa. Ci vive da moltissimi anni, ha vissuto l’inizio dell’emergenza sbarchi. “Lampedusa è un dono di dio, è una delle più belle isole del mondo, anche se non ce ne rendiamo conto, e merita di essere valutata per un posto turistico – dice – Io ci vivo da sempre e i migranti non hanno mai comportato un disagio”. Se la prende soprattutto con chi chiama i migranti ‘clandestini’: “Che parola schifosa”, dice. “Sono persone come noi”. Squilla ancora il telefono. Tutti lo vogliono incontrare. E’ stato invitato anche a Montecitorio, lo vuole incontrare il Governatore Rosario Crocetta, ma anche il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini. “Ma la cosa che mi rende più felice – confida – è tornare a Lampedusa. Dalla mia gente. Con l’Orso d’oro, che si è svegliato dal letargo…”.