(AdnKronos) – (Adnkronos) – È forse il Seicento il periodo più felice e fastoso della storia della Cappella Marciana: in questo secolo si succedono presenze uniche nell’intera storia della musica, tutte frutto di una ‘campagna acquisti’ percorsa nelle zone della periferia dello Stato e nelle sue immediate vicinanze: Claudio Monteverdi – di cui nel 2017 si celebrano i quattrocentocinquanta anni dalla nascita – giunge a Venezia da Cremona via Mantova nel 1613 per restare fino alla morte alla guida della musica veneziana, e non solo di quella sacra.
Della sua Missa In illo tempore del 1610 verranno eseguiti i cinque brani dell’ordinarium missae, quindi Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus e Agnus Dei, che si alterneranno all’Angelus ad pastores di Giovanni Bassano, l’Adoramus te Domine di Giovanni Priuli, l’Hodie Christus natus est sempre di Bassano, l’Ego dormio di Giovanni Sanson e il Benedicam Dominum ancora di Bassano.
A incorniciare i brani cantati figura infine una serie di cinque brani strumentali, scelti con l’intento di offrire tutta la casistica delle forme strumentali: dalla Canzone di Bastiano Chilese alle tre Sonate di Marc’Antonio Negri e alla Fantasia di Paolo Giusti.