Home Nazionale Omicidio Garlasco: da morte Chiara a condanna definitiva di Stasi/Scheda

Omicidio Garlasco: da morte Chiara a condanna definitiva di Stasi/Scheda

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Milano, 19 dic.(AdnKronos) – IL DELITTO – E’ il 13 agosto del 2007 quando Chiara Poggi, 26 anni, viene uccisa nella sua villetta di via Pascoli a Garlasco (Pavia). “Credo che abbiano ucciso una persona…non ne sono sicuro, forse è viva…C’è tanto sangue dappertutto”, le parole del fidanzato Alberto Stasi al 118, prima di dare l’allarme ai carabinieri. Le indagini puntano dritto sullo studente 24enne: a una settimana dall’omicidio il suo nome finisce nel registro degli indagati. Il 24 settembre scatta il fermo: contro di lui per il pm di Vigevano Rosa Muscio c’è un quadro indiziario “grave, preciso e concordante”.
I DUBBI E IL FERMO DI STASI – Per la procura il Dna di Chiara sui pedali della bicicletta bordeaux di Alberto è la “pistola fumante” dell’inchiesta. Non convincono le sue scarpe ‘immacolate’ che attraversano il pavimento sporco di sangue della villetta al civico 8; non convince il suo alibi – il lavoro al computer per consegnare la tesi di laurea -; non convince il racconto del volto ”pallido” della fidanzata ricoperto invece di sangue quando i soccorritori trovano il corpo senza vita. Si indaga nella loro vita di coppia, non si tralasciano altre ipotesi, ma in via Pascoli mancano tracce di estranei e nella vita di Chiara non ci sono ombre. Per il gup Giulia Pravon gli elementi raccolti dall’accusa non bastano: dopo quattro giorni in carcere il 24enne torna a casa.
PROCESSO DI PRIMO GRADO – Il 9 aprile 2009 nel tribunale di Vigevano, davanti al gup Stefano Vitelli, inizia il processo con rito abbreviato, che in questo caso non accorcia i tempi del processo: il giudice dispone una serie di perizie per sopperire ad “alcune significative incompletezze d’indagine”: dall’analisi del computer alla ‘camminata sperimentale’ nessun oracolo arriva da provette o complicate analisi statistiche. Dopo 24 udienze, il 17 dicembre 2009, il verdetto: respinta la richiesta di condanna a 30 anni di carcere, Alberto viene assolto.