Roma, 11 mar. (AdnKronos) – Gli occhi erano puntati a Perugia per pesare la reazione della sinistra dem, riunita nel ‘prodiano’ San Martino in Campo. E le cose sono andate come dovevano andare, secondo la maggioranza renziana del Pd: la minoranza non segue Massimo D’Alema. L’ex premier è stato così tanto pesante, ragionano i renziani, che alla fine “ci ha fatto un favore”. La critica della minoranza si ferma alla richiesta di un cambio di rotta, all’annuncio di una battaglia per l’alternativa a Matteo Renzi al congresso, all’impegno per tenere il Pd nel centrosinistra. Ma una battaglia, ripete più volte Roberto Speranza (candidato in pectore della minoranza), da fare dentro il partito.
“La nostra sfida la facciamo dentro il Pd, senza ambiguità: noi abbiamo due piedi dentro Pd”. Ed ancora: “Vogliamo dare una mano e vogliamo cambiare il Pd, aggiustarne la rotta. Da qui parte un cammino per costruire l’alternativa dentro il Pd. Non e’ una rivincita, non si torna indietro ma si va avanti mettendo in campo nuove energie”.
E poi sul centrosinistra che per D’Alema rischia di ricostituirsi fuori dal Pd di Renzi-Verdini-Alfano, dice Speranza: “Il centrosinistra si può ricostruire ma si può fare solo partendo dal Pd”. Quindi il capitolo amministrative: “In queste elezioni amministrative saremo sempre dove c’è il simbolo del Pd”, la promessa insomma che non ci saranno sgambetti ai candidati renziani. E, ultima precisazione, Speranza difende pure l’azione del governo Renzi sulla Libia dopo che stamattina D’Alema aveva definito un “catalogo confuso” le mosse del premier e del ministro Roberta Pinotti sulla faccenda.