Roma, 12 dic. (AdnKronos) – “Le divisioni interne” al Pd “hanno pesato in questa sconfitta, perché un partito in cui la maggiore opposizione viene percepita da parte di una parte della dirigenza stessa del partito… Perché guardate, i maggiori attacchi” nella campagna referendaria sono arrivati “dall’interno del partito, non da Grillo”. Lo ha detto il presidente del Pd Matteo Orfini, intervenendo alla direzione del Pd e ammettendo che “oggi il Pd, nel modo in cui viene percepito, è urticante per la parte più debole del Paese”, per quella parte dell’Italia “che felix non è”.
“Nessuno sottovaluta l’importanza del risultato referendario – ha sottolineato Orfini dopo una serie di interventi, compreso quello di Roberto Speranza – rivendicazione di quanto è stato benfatto in questi mille giorni di governo non vuol dire non riconoscere i limiti. È stata una sconfitta pesante e non è un caso che oggi si discuta dopo le dimissioni di un presidente del Consiglio e un congresso annunciato”. Ma Orfini invita anche a stare “attenti alle visioni semplicistiche. Voglio dire a tutti, lo dico a Roberto (Speranza)”, che la perdita di seguito in una parte di elettorato storico del Pd “non è un fatto nostro, ma un fatto che permane nel nostro partito: nel 2013 arrivammo terzi tra giovani, disoccupati e precari”.