Houston, 23 feb. (AdnKronos/Xin) – Il gelo della produzione di petrolio deciso nei giorni scorsi dall’Arabia Saudita, dalla Russia, dal Venezuela e dal Qatar “è un primo passo che ci permetterà di vedere cosa otterremo”. Ad affermarlo, è il segretario generale dell’Opec, Abdallah el Badri in occasione dell’Ihs Ceraweek a Houston. I quattro paesi, infatti, la settimana scorsa hanno deciso di congelare la produzione di petrolio e invitato gli altri paesi produttori a seguire lo stesso esempio. Ci sarà una riunione dell’Opec a giugno per discutere degli sviluppi della vicenda, sottolinea el Badri.
Nel corso dell’evento a Houston è intervenuto anche il direttore dell’Aie, l’Agenzia internazionale dell’Energia, Fatih Birol, sottolineando che “i prezzi bassi non sono una buona notizia per la sicurezza del petrolio. Dobbiamo usare l’energia in modo più efficiente”. Attualmente, rileva, “vediamo un’offerta superiore alla domanda” e “se il greggio resterà intorno ai 30 dollari al barile per un tempo molto lungo sarà un problema perché ci sarà un taglio degli investimenti e si rischia di avere dopo un forte aumento del prezzo del greggio”.
Per Birol, comunque, il prezzo del petrolio dovrebbe tornare a 80 dollari al barile entro il 2020. El Badri, infine, ha sottolineato la necessità di diversificare le fonti energetiche anche se “sostituire i combustibili fossili richiederà tempo”.