(AdnKronos) – Alcuni settori economico-politici, sottolinea ancora il presidente di Up, “forse con eccessiva superficialità, e quindi, a mio avviso, con una certa irresponsabilità, affermano che sono sufficienti pochi anni per una totale transizione. Qui sta il rischio: far fuori un settore industriale che c’è, che assicura tutti i giorni la distribuzione di 100 milioni di litri di carburante in tutto il Paese, per avventurarsi su alternative non in grado di sostituire la filiera produttiva e distributiva oggi esistente”.
Invece, aggiunge Spinaci, “la nostra è un’industria che ha la necessità, direi fisiologica, di programmare su base pluriennale gli interventi e gli investimenti indispensabili al solo fine di mantenere gli attuali standard di sicurezza e affidabilità”. E questo approccio “superficiale” priva il settore “dei diritti più elementari per una corretta dinamica industriale e delle risorse necessarie a proseguire la propria attività. Chi vole che investa su una filiera che parte del mondo politico ed economico dà per esaurita nell’arco di 5-10 anni?”.
Spinaci, in particolare, chiede una maggior certezza sui tempi degli iter autorizzativi per i progetti del settore. “L’approvazione di nuovi progetti migliorativi ed in alcuni previsti per legge subiscono iter di approvazione interminabili”, lamenta il presidente di Up.