(AdnKronos) – Anche i 36 attivisti espulsi a Napoli, a quanto si apprende, stanno valutando di adire le vie legali, sulla falsariga di quanto sta avvenendo a Roma. Un’opzione che potrebbe ‘avvelenare’ le comunarie partenopee annunciate ieri dal blog di Beppe Grillo già dal nastro di partenza.
“I provvedimenti di esclusione dalla lista – secondo Palleschi – sono palesemente illegali. Nel mio caso, ad esempio, sono state adottate delle ragioni diametralmente opposte a quelle che hanno portato all’esclusione di un’altro attivista. Senza contare – aggiunge l’ormai ex M5S – che con l’avvio della procedura di espulsione c’è stato dato un termine entro il quale dovevamo far giungere allo staff le nostro controdeduzioni. Ebbene, i cartellini rossi sono arrivate prima di quel termine, neanche nel gruppo delle giovani marmotte ti aspetti errori così grossolani”.
“La mail che annunciava la nostra espulsione – prosegue Palleschi – è firmata da Beppe Grillo, senza nemmeno quella che, in gergo legale, chiamiamo ‘spendita del nome’. Si tratta di una semplice mail, nemmeno una Pec. Con quella mail, di fatto, gli espulsi vengono disiscritti da un blog, un blog che è gestito da un’azienda, la Casaleggio associati. La verità è che il Movimento regge un po’ su una palude, dove tutto è opaco, a partire dalle regole”.