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Salute: donne più longeve e più consumatrici farmaci, l’identikit da Onda

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Roma, 29 nov. (AdnKronos Salute) – Più longeve, ma anche consumatrici di medicinali in misura maggiore rispetto ai loro compagni e meno ‘protette’ da alcune malattie un tempo considerate maschili. Le donne italiane hanno un’aspettativa di vita di 85 anni, contro gli 80,3 degli uomini. Ma quelle che una volta erano ritenute patologie a prevalenza maschile come malattie cardiovascolari, obesità, carcinoma polmonare, sono ora fra le principali cause di morte al femminile. Rispetto agli uomini le donne consumano più farmaci, con una prevalenza d’uso del 67,5% contro il 58,9%. A fare il punto sulla salute in rosa è il Libro bianco di Onda, l’Osservatorio nazionale sulla salute della donna, in collaborazione con Farmindustria, presentato oggi a Roma.
I dati indicano che le italiane fumano di meno (il 14,8% di donne dichiara di fumare sigarette rispetto al 24,5% di uomini) e fanno meno uso di alcol: le consumatrici a rischio sono l’8,2% rispetto al 22,7% dei consumatori. Nonostante le donne in sovrappeso siano meno degli uomini (28,2% contro 44,8%), sono loro a praticare meno sport e a essere più sedentarie: solo il 10,3% fa attività sportiva con continuità e il 44,1% è sedentaria, contro, rispettivamente il 27,1% e il 35,5% dei maschi.
La realizzazione Libro bianco sulla salute della donna – giunto alla sua quinta edizione – quest’anno coincide il decennale di Onda, Osservatorio nato con l’obiettivo di unire le forze e le competenze per promuovere in Italia la medicina di genere e richiamare l’attenzione delle istituzioni, del mondo scientifico-accademico e sanitario-assistenziale nonché della popolazione, sulla salute della donna. Tra le novità uno spazio dedicato al welfare femminile in cui si affrontano temi come le politiche di conciliazione, il welfare contrattuale, le pensioni e i loro riflessi sulla salute femminile, nonché un’analisi del welfare aziendale in particolare nel settore farmaceutico, dove sono molte le donne in posizioni apicali e c’è particolare attenzione alle lavoratrici. “Tutti aspetti che Onda vuole impegnarsi ad approfondire, con l’obiettivo di offrire una sempre maggiore attenzione alla salute della donna”, chiarisce Francesca Merzagora, presidente di Onda.
Emerge ad esempio che le condizioni lavorative delle donne sono peggiori rispetto agli uomini, fattore questo che le espone a maggiori rischi di stress, con ripercussioni sulla salute. Migliori condizioni si riscontrano nelle aziende farmaceutiche, dove il ‘gender gap’ è molto inferiore alla media, perché le mansioni delle donne sono di primo livello e sono molte le iniziative per rendere il luogo e il tempo di lavoro più compatibili con le esigenze di vita privata.
Oltre al welfare, gli argomenti del volume comprendono: sicurezza dei punti nascita, tutela della fertilità, prevenzione cardiovascolare declinata al femminile, depressione nei cicli vitali della donna, stato dell’arte della ricerca oncologica in rosa, sovrappeso e obesità femminili, dolore cronico, impatto delle malattie autoimmuni reumatiche, demenze, condizione della donna anziana e violenza di genere.
Anche il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, ha sottolineato “il legame strettissimo tra donne e imprese del farmaco”. In Italia, ha ricordato, “l’occupazione femminile è del 43%, una quota che supera addirittura il 50% nella R&S. E per le donne molte imprese hanno da tempo sviluppato un welfare che favorisce il bilanciamento tra carriera, famiglia e vita privata. Senza dimenticare di prendersi cura della loro salute: nel mondo sono 850 i farmaci in sviluppo per le malattie tipiche dell’universo rosa. Le imprese del farmaco hanno puntato sulle donne perché il loro successo è parte del successo dell’industria farmaceutica nel cambiare in meglio la vita di milioni di persone”.
“Strumenti quali la conciliazione dei tempi di vita e lavoro hanno lo scopo di mettere d’accordo le diverse esigenze delle donne con il mondo del lavoro”, afferma Rossana Dettori, dirigente Cgil Nazionale. “In questi anni le politiche nazionali ed europee hanno spesso prodotto vincoli negativi per le donne, costringendole a scegliere tra famiglia e lavoro o ad accettare condizioni di lavoro capestro, con ripercussioni sulla loro salute psico/fisica. Credo sia oggi indispensabile che governo, sindacati, associazioni e datori di lavoro pubblici e privati, collaborando insieme, rimettano al centro la conciliazione vita/lavoro, riconsegnando alle donne la loro libertà”.
Per Giovanna Ventura, segretaria confederale Cisl, “le donne sono una risorsa strategica per un welfare contrattuale che insieme concilia una risposta ai (nuovi) bisogni di sicurezza sociale e di salute e crescita del paese e della sua economia”.
“Ancora oggi sussistono troppi alibi che impediscono di superare davvero le differenze tra donne e uomini – aggiunge Tiziana Bocchi, segretaria Confederale Uil – In quest’ottica, crediamo che la ricerca dedicata alla medicina di genere possa essere di fondamentale importanza. Basti pensare che una delle conseguenze del conclamato reddito più basso delle lavoratrici è la loro minore capacità, rispetto agli uomini, di provvedere efficacemente alla propria salute. E’ necessario un vero cambiamento culturale che, attraverso una maggiore attenzione alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, sappia approdare a una vera ‘condivisione’ delle opportunità, dei diritti e dei doveri tra i due generi: perché entrambi devono farsi carico anche di quel ‘lavoro di cura’ che la Costituzione affida, purtroppo, a uno solo dei due”.