Home Nazionale Sanità: infettivologi, in gravidanza molto più rischiosa rosolia di Zika

Sanità: infettivologi, in gravidanza molto più rischiosa rosolia di Zika

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Roma, 28 gen. (AdnKronos Salute) – “I vaccini servono per le malattie gravi, al momento quella del virus Zika non mi sembra una priorità: per le donne incinte è molto più rilevante l’impatto della rosolia rispetto ai casi accertati in Brasile”. A intervenire nel dibattito sull’emergenza sanitaria ‘del momento’, il virus che ha provocato diverse decine di migliaia di casi di microcefalia in America Latina è Massimo Andreoni, past president della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), oggi a Roma a margine di un convegno.
“Ci dobbiamo abituare – spiega l’esperto – se c’è la globalizzazione delle persone c’è anche quella delle malattie infettive, se un miliardo di persone si muove per il mondo, si porta dietro anche le infezioni. Il problema è se, nel momento in cui arrivano nel nostro Paese, si adattano. Può accadere frequentemente, perché l’Italia è stata zona malarica, ed è un’area dove esistono vettori in grado di trasportare queste malattie”.
“Poi – prosegue – bisogna giudicare qual è il rischio di queste malattie: il rischio che Zika arrivando in Italia comporti una condizione sanitaria grave non c’è, questa è una malattia che il più delle volte è asintomatica, e quando è sintomatica può determinare una sindrome infettiva poco grave. E’ chiaro che in alcune condizioni particolari come la gravidanza, ma esattamente come molte altre malattie infettive già presenti nel nostro Paese, può dare malformazioni. Anche su questo però bisogna fare corretta informazione: l’allarme su Zika non deve essere esagerato”.
“Questo almeno – evidenzia – sembrerebbero dire i dati. E’ una malattia frequentissima, con centinaia di migliaia di casi ogni anno, e la microcefalia è un evento che sembra epidemico adesso, ma in realtà si parla di casi che sono un po’ di più di quelli attesi. Questa è una malattia che colpisce come l’influenza da noi, e possiamo dire con certezza che non tutte le donne che vengono infettate in gravidanza hanno poi un bambino con microcefalia. E’ possibile che il virus si impianti in Italia, come già successo per altre malattie, ma non bisogna fare allarmismi”.
Secondo Antonio Chirianni, presidente Simit, sicuramente “meglio Zika di Ebola, l’impegno di risorse e la pericolosità sono differenti. È un virus che non ha cure e al momento non ha neanche un vaccino. Per l’Italia non ci sono indicazioni in particolari, al massimo per una donna in gravidanza o in età fertile sconsiglierei una vacanza nei Paesi con il virus. Al momento viene ipotizzata una trasmissione attraverso lo sperma e anche attraverso il sangue: se una persona è stata colpita dall’infezione asintomatica e fa una trasfusione o una donazione è possibile in linea teorica che la trasmetta, ma la probabilità è bassa”.