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Sanità: inquirenti, in Lombardia giro d’affari da 400 mln dal 2004 a oggi

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Milano, 16 feb. (AdnKronos Salute) – Le dinamiche interne al mondo della sanità lombarda. Su queste si è concentrata l’inchiesta condotta dalla procura di Monza che ha portato, questa mattina, a 21 arresti tra i quali quello di Fabio Rizzi, tra gli autori della riforma sanitaria regionale. Le accuse mosse dal gip Emanuela Corbetta sono, a vario titolo, associazione per delinquere, corruzione, turbata libertà degli incanti e riciclaggio.
Le indagini sono state curate dal Nucleo investigativo di Milano a partire dall’autunno del 2013 e hanno ricostruito come negli anni, “al moltiplicarsi delle gare – sostengono gli inquirenti – sia corrisposta la nascita e il consolidamento di una posizione di sostanziale monopolio di un gruppo imprenditoriale con sede ad Arcore, l’Odontoquality, vincitore della pressoché totalità degli appalti”, grazie a un “circuito criminale orientato ad influenzare (mediante la turbativa delle gare d’appalto bandite) le dinamiche di tale peculiare ambito”.
Il ‘circuito’ avrebbe interferito sul piano amministrativo con “funzionari pubblici di diverse aziende ospedaliere che, corrotti dalle imprese fornitrici dei servizi sanitari, hanno reso loro favori illeciti nella gestione delle pratiche di loro competenza”. C’è poi il piano ‘imprenditoriale’ con “corruttori che hanno beneficiato dell’aggiudicazione di importanti appalti pubblici truccati o di altre prestazioni illecite, accaparrandosi i proventi di un giro d’affari complessivo stimato in circa 400 milioni di euro dal 2004 ad oggi”.
Sul fronte politico, il cosiddetto ‘circuito’ si faceva forte di “un consigliere della Regione Lombardia (Fabio Rizzi, ndr) ed un componente del suo staff (Mario Longo, ndr) che hanno garantito, con il loro appoggio strategico, le condizioni per far perdurare l’esistenza del ‘sistema’ clientelare”. La ricerca della necessaria “copertura politica” da parte dell’imprenditrice al vertice del gruppo, sostiene ancora l’accusa, “si è tradotta in un interessato connubio tra i livelli imprenditoriale e politico, dando vita ad una associazione per delinquere responsabile della commissione di molteplici reati contro la Pubblica amministrazione”.
Al centro, stando alla ricostruzione investigativa c’è Maria Paola Canegrati, amministratrice del complesso sistema societario che, nel corso degli anni, “ha potuto procurarsi attraverso turbative d’asta, la corruzione degli associati Longo e Rizzi e la corruzione dei funzionari pubblici preposti alla gestione dei servizi di odontoiatria affidati in service ai privati dalle singole aziende ospedaliere e alle forniture per i medesimi servizi, la stipulazione di vantaggiosi contratti per le predette società, nonché, sempre attraverso la corruzione degli associati, la stipulazione di vantaggiosi contratti con strutture sanitarie private e private convenzionate”.
Le indagini hanno quindi permesso di dimostrare “la commissione di una serie di reati fine, coincisi con le turbative di ulteriori gare d’appalto ottenute attraverso la corruzione dei singoli funzionari pubblici e la loro ‘induzione ambientale’. I pubblici amministratori, cioè, da una parte si sono visti remunerare gli appoggi garantiti dall’imprenditrice, dall’altra, operando in seno ad aziende ospedaliere i cui vertici sono di nomina politica, hanno scelto di non ostacolare la Canegrati in forza degli appoggi strategici a lei garantiti da Longo e Rizzi”.