Home Nazionale Scuola: Donazzan, a paritarie sostegno Veneto, ma tagli vengono da Stato

Scuola: Donazzan, a paritarie sostegno Veneto, ma tagli vengono da Stato

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Venezia, 26 gen. (AdnKronos) – “Se invece di finanziare un discutibile bonus per i consumi culturali dei neo 18enni il governo Renzi avesse destinato quei 250 milioni alla libertà educativa, le scuole paritarie del Veneto e d’Italia non sarebbero ridotte alla continua questua dei contributi a Comuni e Regione. La Regione Veneto ha sempre sostenuto e difeso la libertà di scelta della scuola, finanziando generosamente soprattutto la rete delle materne cattoliche, frequentate da 7 bambini su 10 nella fascia 3-5 anni. Ma nonostante i conti in regola, anzi in attivo, il nodo scorsoio del patto di stabilità sta strangolando uno dei settori di elezione della spesa regionale, cioè il sostegno alle scuole paritarie”. Così l’assessore all’istruzione e formazione Elena Donazzan risponde all’allarme lanciato dalle scuole materne paritarie di Castelfranco, preoccupate per il ritardo nell’erogazione dei contributi 2015 e per i ventilati tagli alle poste di bilancio 2016 della Regione Veneto.
“La situazione è difficile non solo per le paritarie di Castelfranco, ma in tutto il Veneto: sono un migliaio le scuole paritarie del Veneto e molte di queste sono in credito dalla Regione dei contributi pubblici per l’annualità precedente, per un totale di 21 milioni di euro. Con la Fism il dialogo è aperto e nei ripetuti incontri con i responsabili regionali della federazione abbiamo avuto modo di spiegare la situazione e di chiarirci con reciproca fiducia e comprensione- replica l’assessore – Se il governo avesse consentito che le regioni virtuose regione come il Veneto, che ha chiuso il rendiconto 2014 con un attivo di un miliardo e 100 milioni, avessero potuto spendere i risparmi in cassa e anticipare le spettanze ai loro creditori ‘privilegiati’, i gestori delle scuole avrebbero ricevuto le quote spettanti di contributo regionale entro le scadenze prefissate. Invece siamo stati costretti – dalle regole di stabilità – a rallentare con il contagocce il flusso dei pagamenti già iscritti a bilancio. Inoltre ci sono state imposte forbici dolorose per i bilanci futuri”.