Home Nazionale Sicilia: inchiesta su crollo viadotto, ecco l’atto di accusa dei pm

Sicilia: inchiesta su crollo viadotto, ecco l’atto di accusa dei pm

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Palermo, 13 dic. (AdnKronos) – Le modalità di realizzazione del viadotto ‘Scorciavacche’ della Statale Palermo-Agrigento, crollato pochi giorni dopo l’inaugurazione, nel Natale 2014, sono state “palesemente inidonee” in relazione “del complessivo stato dei luoghi” e come tale “non risultava conforme a un minimale standard di sicurezza”. Non solo, “non sussisteva alcuna necessità e urgenza che imponesse una apertura anticipata del traffico veicolare” e l’organo di collaudo “non aveva mai eseguito alcuna visita e sopralluogo presso il cantiere, pur a fronte della espressa previsione di collaudo in corso d’opera”. Ecco l’atto d’accusa dei magistrati della Procura di Termini Imerese (Palermo) che ha inviato quattro nuovi avvisi di garanzia, che si aggiungono agli altri trenta, agli ex vertici dell’Anas, tra cui l’ex Presidente Pietro Ciucci. Per i magistrati la rampa crollata due anni fa, “al momento dell’apertura non risultava realizzata in modo conforme al progetto esecutivo di dettaglio”.
I pm nell’avviso di garanzia citano le consulenze eseguite dai tecnici in questi anni. “Nonostante le caratteristiche geologiche, geomorfologiche e idrologiche dell’area sconsigliassero palesemente una soluzione progettuale diversa dal viadotto” e “nonostante fosse palese che una soluzione quale il rilevato in terra rinforzata, andando a creare una barriera forzosa nella naturale evoluzione del territorio, sarebbe stata ben più vulnerabile rispetto al viadotto”, nella fase progettuale “e segnatamente nelle fasi di progettazione definitiva, esecutiva e di dettaglio” sono state apportate delle variazioni della realizzazione del viadotto ‘Scorciavacche’ sulla Statale Palermo-Agrigento, poi parzialmente crollata nella rampa di accesso pochi giorni dopo l’inaugurazione. Ecco quanto scrivono i magistrati della Procura di Termini Imerese.
“Inoltre – dicono i magistrati nell’atto di accusa – sempre nella fase progettuale, venivano assunti come riferimenti parametri geotecnici non rappresentativi della realtà territoriale e in particolare veniva stimata la presenza di una falda acquifera al di sotto del piano di campagna, palesemente non cautelativa, nonostante le indagini geologiche avessero collocato il livello di falda alla profondità di 3 metri”.