Home Nazionale Tennis, Djokovic si scusa: “No guerra dei sessi ma meritocrazia”

Tennis, Djokovic si scusa: “No guerra dei sessi ma meritocrazia”

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Roma, 23 mar. – (AdnKronos) – Novak Djokovic si scusa “con tutti coloro che hanno preso nel modo sbagliato” le sue parole sulla questione montepremi e sulla diversità di appeal fra il tennis maschile e quello femminile. La polemica in realtà è stata innescata dalle frasi sessiste del direttore del torneo di Indian Wells, Raymond Moore, costretto a dimettersi dopo avere sostenuto che il tennis femminile “vive sulle spalle di quello maschile”. Djokovic aveva definito tali affermazioni “politicamente scorrette”, aggiungendo però che “è giusto che noi uomini guadagniamo di più perché siamo più seguiti”.
Visto il clamore suscitato dalle sue affermazioni il numero uno del mondo ha deciso di pubblicare un messaggio su Facebook, dal titolo ‘Miglior gioco per tutti’, per chiarire il proprio punto di vista. “Mi è stato chiesto di commentare una polemica che non era stata generata da me. L’euforia e l’adrenalina dopo la vittoria di domenica (nella finale di Indian Wells contro Milos Raonic, ndr) hanno prevalso e mi sono lasciato andare ad alcuni commenti che non sono la migliore articolazione del mio punto di vista e che ora vorrei chiarire”, scrive ‘Nole’.
“Come tutti sapete, ho profondamente a cuore il futuro di questo sport e di tutti i giocatori. Il tennis mi ha aiutato molto nella vita e ho sentito il bisogno di parlare della migliore e più giusta distribuzione dei fondi all’interno del circuito, sia per gli uomini che per le donne -sottolinea il campione di Belgrado-. Noi tutti dobbiamo lottare per quello che meritiamo ma questo non deve essere trasformato in una guerra tra i sessi, ma riguarda il modo in cui tutti i giocatori vengono premiati per il loro gioco e i loro sforzi. Il tennis è lo sport che amo e che mi ha dato l’opportunità di aiutare chi ha ancora davanti a sé una lunga strada per realizzare i propri sogni. Questo è il mio punto di vista e voglio scusarmi con tutti coloro che lo hanno preso nel modo sbagliato”.