Roma, 13 ott. (Labitalia) – “Siamo riusciti a chiudere un contratto innovativo in un comparto che, più di tanti altri, soffre ancora della crisi internazionale e della concorrenza dei Paesi emergenti. Questo contratto tutela la dignità dei lavoratori ed offre nuovi spazi di ripresa alle aziende, tenendo al livello più basso possibile i costi a carico dell’imprenditore”. Così Patrizia Borgheresi, presidente di Uniontessile Confapi, commenta, l’accordo raggiunto ieri tra la sua organizzazione e i sindacati del settore Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil, per il rinnovo contrattuale 2016-2019.
Rinnovo che riguarda più di 120mila lavoratori di circa 6.300 piccole e medie imprese dei settori tessile, abbigliamento, moda, calzature, pelli e cuoio, penne, spazzole e pennelli, occhiali, giocattoli.
“Il Ccnl Uniontessile Confapi -spiega ancora la nota- intende infatti rilanciare il Made in Italy nella sua pienezza, promuovendo il reshoring, ossia il rientro in Italia delle produzioni temporaneamente delocalizzate. A tal fine, il rinnovo contrattuale lancia nuove azioni volte ad una più efficace gestione della flessibilità degli orari e degli strumenti del mercato del lavoro, unitamente a programmi di formazione continua di settore per sviluppare le professionalità tecniche dei lavoratori della filiera”.
“L’ipotesi di accordo -conclude la nota- prevede un aumento medio sui minimi di 75 euro per il tessile-abbigliamento, che verrà distribuito in tre tranches a partire da aprile 2017; la seconda e la terza rispettivamente a aprile 2018 e a gennaio 2019”.