Venezia, 24 gen. (AdnKronos) – “La sera dell’incendio al Teatro La Fenice? Sono a casa, quando mia figlia riceve una telefonata da una sua amica (assieme cantavano nel Piccolo Cantori del teatro), che le urla al telefono: ‘il nostro teatro brucia’. Di corsa andiamo assieme in casa di amici, dove da una alta terrazza vediamo quanto sta succedendo: i Vigili del fuoco al lavoro e l’elicottero che continuava a buttare acqua sull’incendio. Un disastro”. E’ questo il ricordo, ancora vivo, che Paolo Costa, attuale presidente del Porto di Venezia, ha di quella tragica notte del 29 gennaio del 1996.
Allora Paolo Costa era rettore di Cà Foscari: “Il giorno dopo – tacconta all’Adnkronos – mi recai a Londra per un incontro tra i rettori delle Università europee, e da parte di tutti i colleghi mi fu manifestata una grande vicinanza per quanto successo, quasi una commemorazione. Una cosa commovente”.
“A maggio del 2000 vengo eletto sindaco di Venezia e mi si presenta subito il problema della ricostruzione de La Fenice, che non va avanti. Commissario alla ricostruzione viene delegato fin dall’inizio il prefetto di turno della città. Ma i prefetti cambiano, e i lavori non procedono – ricorda Costa – me ne rendo conto fin da subito, anche per la mia precedente esperienza come ministro dei lavori pubblici: il meccanismo non funzionava. Così, nel corso di un incontro con l’allora ministro degli Interni Enzo Bianco gli propongo di nominarmi Commissario alla ricostruzione. E così fu fatto, con un decreto venni nominato commissario delegato alla ricostruzione, in sostituzione del Prefetto”.
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