Home Nazionale Alci: inaugurata ‘Scuola Centrale di Formazione Livio Labor’ (2)

Alci: inaugurata ‘Scuola Centrale di Formazione Livio Labor’ (2)

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(AdnKronos) – Willy Labor nel corso del suo intervento ha ricordato la passione del papà per la formazione: “quando decise di smettere con la politica, tornò a fare formazione professionale, perché convinto della necessità di una formazione continua. Noi figlio lo ricordiamo in spiaggia, mentre gli altri leggevano romanzi, lui studiava rapporti e relazioni e diceva che era il suo divertimento. Quando papà è morto – conclude il secondogenito di Labor – uno dei principali quotidiani italiani titolava: “Morto Labor, difensore dei deboli”. Conoscendo mio padre, quale riconoscimento maggiore avrebbe potuto ottenere? Auguro a questa scuola di formare molti difensori dei deboli”.
“L’avvio di questa iniziativa – commenta Erica Mastrociani – mi fa pensare alla tessitura. Prima del prodotto finale, i fili sono scomposti. È il lavoro di mani sapienti che riesce a dare un ordine a un progetto, un’idea, un’immagine. Quando abbiamo pensato alla scuola – aggiunge Mastrociani – siamo partiti da esigenze concrete, tenendo assieme tutte le realtà territoriali, come se fossero fili diversi. Tessuto dell’oggi con in mente un bel disegno per il futuro”.
L’immagine della tessitura ha colpito molto monsignor Nunzio Galantino, che ha evidenziato come essa richieda “atteggiamenti che vanno in senso ostinato e contrario a quelli prevalenti nella nostra società, dominata da fretta, arrivismo e arroganza e che sono la malattia mortale delle relazioni. Un centro di formazione quale scopo deve avere? Per natura offrire strumenti per acquisire atteggiamenti necessari per essere tessitori intelligenti. Di master formativi ce ne sono, ma sono pochi quelli che organizzano e si prendono cura del dopo. Siamo in un momento in cui la formazione non paga. Dobbiamo saperlo e attrezzarci per evitare di andare ad ingrossare le file di chi organizza corsi come parcheggio abusivo. La scuola è ridotta a questo e i professori non possono essere visti come parcheggiatori abusivi”.