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Alitalia: l’esperto, impossibile previsioni su scenari futuri

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Roma, 10 apr. (Labitalia) – “Allo stato, non è possibile fare previsioni sugli scenari futuri, anche a breve termine. In ogni caso, i temi principali per Alitalia restano la preservazione dei livelli occupazionali, anche con riferimento all’indotto che orbita attorno all’azienda, e la prosecuzione dell’attività d’impresa. A questo proposito e in considerazione del contesto generale di crisi, è importante evidenziare che la politica economica del Governo dovrebbe tendere al mantenimento e, anzi, all’innalzamento dei livelli occupazionali in funzione di propulsore e stimolo della domanda”. Lo dice a Labitalia Vincenzo Sanasi D’Arpe, tra i massimi esperti di amministrazione straordinaria di grandi imprese in crisi e socio fondatore di Lexia avvocati.
“Personalmente -afferma- ritengo che i tempi richiedano una maggiore presenza dello Stato nel mercato e nell’impresa, che negli anni della ricostruzione ha costituito il rilancio e lo sviluppo del sistema bancario e industriale. La congiuntura che sta attraversando Alitalia è preoccupante. Le prospettive di rilancio sono state disattese e, con la seconda fase del piano industriale, la compagnia sta incontrando difficoltà sempre crescenti nell’affrontare la sfida raccolta nel 2015”.
“I risultati di periodo -fa notare- continuano a non essere convincenti: basti pensare alle costanti difficoltà di contenimento dei costi, pari a circa 270 milioni l’anno, superiori a quelli medi pagati dalla concorrenza per forniture analoghe e non rinegoziabili senza l’applicazione di penali, e alle perduranti incertezze sui necessari interventi di rifinanziamento. Resta ancora da capire quale sarà l’impegno del socio industriale Etihad e, di conseguenza, dei partner bancari”.
“A ciò si aggiunga che -continua Vincenzo Sanasi D’Arpe- i recenti indirizzi aziendali hanno suscitato non poche perplessità: lo slittamento del nuovo piano industriale prima a marzo e poi a data da definire, il mancato accordo con i sindacati, l’adozione di un regolamento aziendale in luogo del contratto collettivo. Le notizie più allarmanti si leggono proprio sui livelli occupazionali. Le notizie di stampa parlano di ipotesi di prepensionamento, tagli del personale, incentivi all’esodo e riduzioni significative degli stipendi. Il recente sciopero, che ha avuto un’ampia risonanza, manifesta tutta l’apprensione dei dipendenti per questo clima d’incertezza”.
Dunque “non si può che prendere atto con estremo favore degli sforzi del Governo, preannunciati dal ministro Delrio, per accompagnare il rilancio dell’azienda e l’apertura di un dialogo per un piano industriale più coraggioso”.
“E’ stato aperto un tavolo di trattativa presso il Mise -avverte- nel tentativo di trovare un accordo tra la compagnia e i sindacati. I tempi stringono: entro il 13 aprile si dovrà raggiungere la firma dei sindacati, fondamentale per il via libera dei soci all’aumento di capitale. Tuttavia, si parla di tagli superiori al miliardo fino al 2019 e il traguardo sembra difficile da raggiungere. Si tratta di segnali che meritano una riflessione attenta e mi trovo, quindi, a condividere i messaggi di preoccupazione espressi da più voci”.